196 Pio V. 1566-1572. Capitolo 2 i. 1559 si fecero passi per risolvere la congregazione nell’Ordine dei Gesuiti.1 Sotto Pio V eccola prendere un nuovo slancio per merito d’un uomo che può considerarsi suo secondo fondatore, Alessandro Sauli.2 Ad una congregazione religiosa sorta solo da poco tempo Pio V ha concesso la prima conferma pontificia, con ciò promuovendo molto il suo svolgimento fino a diventare un vero Ordine religioso, vale a dire la Congregazione dei Fatebenefratelli. Dopo lunga vita di pastore e di soldato, Giovanni di Dio, il suo fondatore, da una predica dell’apostolo dell’Andalusia, Juan de Àvila, era stato riempito di profondo dolore per la passata condotta. Dietro consiglio dell’Àvila egli cominciò a dedicarsi al servigio degli infermi : fondò a Granata dapprima una piccola casa, poi un grande ospedale, del quale con alcuni compagni assunse la cura fino alla morte nel 1550.3 Forse Giovanni di Dio non ha pensato alla fondazione di un nuovo Ordine ; portava bensì coi suoi soci un abito particolare, ma essi non emisero alcun voto religioso e rimasero quindi secolari. Una regola fissa non l’ebbero che per gli sforzi di Roderico di Siguenza, ch’era stato lui pure soldato, poi dedicossi al servizio degli infermi nell’ospedale di Granata e in breve venne eletto superiore dai compagni. Roderico allora mandò il suo predecessore nell’ufficio di presidente, Sebastiano Arias, a Roma per ottenere dal papa l’approvazione della sua pia unione ed un proprio abito religioso, che non potesse poi portarsi da altri, chè di quello usato fino allora avevano abusato dei truffatori per carpire elemosine. La bolla, con cui il papa accoglie la domanda e sottomette alla regola agostiniana tutta l’unione,4 contiene alcuni dati sull’esten-zione e attività della Congregazione. Nello spedale di Granata sono curati oltre 400 insanabili, vecchi, pazzi e mutilati. Le spese annue sommano a più di 16,000 ducati raccolti dai frati da spontanee elemosine. Oltre che a Granata la Congregazione tiene simili ospedali anche a Córdoba, Madrid, Toledo e Lucena. La bolla di Pio V non concesse ancora ai Fatebenefratelli l’elezione di un superiore comune per tutta la Congregazione, nè prescrisse loro la emissione dei tre voti religiosi. Breve spazio di vita era ancora concesso a Pio V allorché sot • toscrisse la bolla a favore dei Fatebenefratelli, ma alla fine dei suoi giorni poteva dire che l’opera della riforma della Chiesa nel capo e nelle membra era sostanzialmente compiuta. Se si dà uno sguardo sull’attività riformativa di Pio V bisogna 1 Arch. stor. Lotnb. XXXVIII (1911), 152 s. 2 Ibkl. Premoli, Barnabiti 206. Cfr. sopra, p. 163 ss. 3 Cfr. il nostro voi. V, 345 s. * Del 1° gennaio 1572, Bull. Roni. VII, 959.