Relazione del nunzio Ruggieri sulla Polonia. 477 Nell’indagine delle cause della innovazione religiosa il Ruggieri indica da prima quelle che anche in altri paesi avevano aperto la via al protestantesimo. Accanto alla mira dei laici sui beni ecclesiastici egli nomina sopratutto l’incuria e il malo esempio del clero superiore e la decadenza della disciplina monastica. Il Ruggieri non ammette la scusa addotta anche dal re di avere troppo scarsa autorità di fronte alla potente nobiltà, perchè nella Lituania, dove quel motivo non sussisteva, le cose erano anche peggiori che in Polonia. Con ragione il nunzio dà il maggior peso all’abituale inosservanza in tutto il regno delle leggi vigenti, sulle quali circolava il proverbio, che durassero solo tre giorni. Vi si aggiungevano le continue guerre colla Russia che assorbivano completamente le forze del re, i suoi riguardi politici verso la nobiltà aderente alle nuove credenze e . finalmente il suo naturale alieno da ogni rigore. Sono interessantissime le indicazioni del Ruggieri sui mezzi di produrre la rigenerazione della Chiesa cattolica nella Polonia. In primo luogo rileva la necessità che stia continuamente alla corte un rappresentante del papa, il quale esorti il re al suo dovere come al suo vantaggio. Poiché ciò fu omesso, la novazione religiosa ha potuto così rapidamente diffondersi. Dopo che Paolo IV ebbe rimediato colla missione del Lippomano, sarebbe a poco a poco subentrata una stasi nel movimento d’apostasia. Per ciò in tutti i modi dovrebbe essere sempre presente un nunzio nella Polonia. Per quest’ufficio si dovrebbero cercare solo i migliori soggetti, che si possano trovare ; uomini che, del tutto incontaminati e retti, siano adatti a mostrarsi come salde mura per la casa di Dio, richiamando il re e i prelati ai loro doveri e promovendo in ogni modo la religione cattolica. Riguardo ai benefizi, il Ruggieri ammoniva il papa di conferirli anche nell’avvenire con grande circospezione solo a persone degne e benemerite: ciò riguardare specialmente i canonicati di Cracovia, giacché da, quel capitolo uscivano la maggior parte dei vescovi. Il Ruggieri a questo proposito incitava di portare a Roma per esservi educati il maggior numero di giovani nobili, affinchè questi potessero poi agire come lievito nella loro patria. Al Ruggieri non sfuggiva quanto dipendesse dal re in riguardo alla rinnovazione della Chiesa cattolica. Si doveva perciò, così egli opina, insistere presso Sigismondo Augusto perchè per le sedi episcopali nominasse candidati non solo cattolici ma anche zelanti e del tutto adatti e conferisse tutte le cariche importanti nel regno a uomini di provati sentimenti cattolici, allontanando nello stesso tempo dal suo ambiente tutti gli aderenti alla riforma. Ma in modo tutto speciale dovere i vescovi illuminare il loro gregge col buon esempio : potere essi esercitare un’efficacia infinitamente grande colla formazione di una giovane generazione di ecclesia-