Pio V e i Gesuiti. I recenti Ordini 195 alcuno ai Gesuiti essendo i collegi dei Gesuiti semenzai della dottrina cattolica e di vita cristianamente condotta e suscitati dalla divina provvidenza: egli pertanto abbracciava con paterna benevolenza i collegi e tutti i preti di detto Ordine. In un altro editto Pio V parla dell’incalcolabile quantità di frutti prodotti al mondo cristiano dalla Compagnia di Gesù, producendo quali maestri, predicatori e missionarii uomini distinti nella scienza, nella pietà, per vita esemplare e santità.1 Un elogio altrettanto splendido tributa egli ai Gesuiti anche nell’ultimo anno di sua vita, dichiarandoli uomini che in realtà avevano rinunciato agli allettamenti del mondo e che spregiando le ricchezze terrene si erano sì intimamente uniti al loro Salvatore, che col cingolo della povertà e dell’umiltà andavano sino all’estremo della terra per predicarvi il Vangelo anche con pericolo della loro vita.2 Se per i Gesuiti significò una prova, il decreto sui voti solenni come condizione dell’ordinazione sacerdotale fu un benefìzio per i Somaschi fondati da Girolamo Miani. L’Ordine non aveva ancora condotto pienamente a termine la sua costituzione e il decreto del papa pose fine a parechie incertezze giuridiche. Esso assunse ora la regola di sant’Agostino.3 Per ciò che riguarda gli altri nuovi Ordini, Ormaneto avrebbe proposto al papa una riforma dei Cappuccini.4 Ai Teatini vennero confermati gli antichi privilegi, accresciuti di nuovi.5 Fino allora i Barnabiti si erano molto poco diffusi ed anzi negli anni 1552 e ealamitosis hisce ... temporibus excitavit, atque adeo Patres omnes praedictae Soeietatis ea benevolentia paterna porsequimur » etc. Breve elei 3 luglio 1570, presso Reiffenber : I : Mantissa p. 50. 1 « Innumerabiles fructus, quos benedicente Domino ebristiano orbi Società» Iesu, viras litterarum praecipue sacrarum scientia, religione, vita esemplari morumque sanctimonia perspicuos, multorum religiosissimos praeceptores ac verbi divini etiam apud longinquas et barbaras illas nationes, quae Deum pe-nitus non noverant, opimos praodicatores et interpretes producendo, felicissime hactenus attulit... ». Breve del 29 aprile 1568, Bull. Soc. Iesu 42. 2 Breve del 7 luglio 1571, Bull. Rom. VII, 923. L’inviato veneziano scrive ai 12 d’aprile 1567, ebe il papa favoriva i Gesuiti romani, i quali dedicavansi con zelo al servizio di Dio ed all’istruzione della gioventù, avevano quattro case in Roma, le loro chiese erano sempre piene, ricevendovi molti i sacramenti. Mtttiìteixi I, 72. 3 Breve del 6 dicembre 1568, Bull. Rom. VII, 729 ss. 4 * Avinso di Roma del 12 febbraio 1569, Uri). 101,1, p. 25. Biblioteca Vaticana ; cfr. * Avviso di Roma del 14 giugno 1570, ibid. 290b. Divieto di passare dai Cappuccini ai Minimi e viceversa : breve del 6 ottobre 1567, Bull. Rom. VII, 617. 5 13 febbraio 1568 (anno dell’incarnazione 1567), Bull. Rom. VII, 537 ; cfr. Ladekchi 1568, n. 17. * Motuproprio del 12 luglio 1566, con cui si concede esenzione da gabelle ai Chierici regolari di S. Silvestro in Roma, in Estratti (le libri instrument. esistenti nell’arch. segreto Va tic. 1314-155 7, serie 4 deU’Inventario, Archivio di Stato in Roma.