Sottomissione di Baio. 257 data la censura che merita: soltanto alla fine dell’enumerazione si dice che esse vennero proscritte siccome eretiche o erronee, sospette ecc., ma non è detto quali siano eretiche, quali, erronee ecc.1 Inoltre la bolla non venne stampata nè affissa pubblicamente, lasciandone il papa l’esecuzione al cardinale Granvella, che doveva procedere con tutta la mitezza possibile.2 Granvella poi non volle che la bolla fosse solennemente pubblicata a Lovanio e ne affidò l’esecuzione al suo vicario generale Massimiliano Morillon. Hessels era morto nel novembre 1566 e Morillon doveva chiamare a sè Baio e mostrargli la bolla. Ove fosse stato necessario, il vicario generale doveva darne comunicazione anche alla facoltà teologica e insistere perchè non si. cercasse di sostenere in nessun senso le proposizioni condannate poiché, così egli scrisse, il Granvella poteva assicurare che era stato fatto tutto per ricavarne un senso giusto e il papa s’era portato nella faccenda con una diligenza tale come se si fosse trattato della salute del mondo intiero.3 La lettera a Morillon, nella quale Granvella dà su tutto ciò ampia istruzione era destinata a venire sotto gli occhi dello stesso Baio. In una lettera d’avviso, parimente diretta a Morillon, Granvella esprime i suoi timori per l’avvenire, per la ragione che tali eruditi hanno pei loro libri una tenerezza simile a quella dei padri pei loro figli. Del resto egli torna a raccomandare la maggior possibile mitezza nell’esecuzione.4 Da principio parve che i timori del Granvella non si confermassero. Addì 29 dicembre 1567 Morillon notificò la bolla al decano ed agli otto professori di teologia e tutti, non eccettuato Baio, dichiararono la loro sottomissione.6 Anche il commissario della provincia fiamminga dei Francescani ricevette l’ordine di proibire ai suoi sudditi le tesi condannate.6 I Francescani obbedirono7 ed a Baio stesso nel 1568 Cornelio Janssen (Giansenio) il seniore di Gand fa l’attestazione di stimarlo persona molto rispettabile, che celebra quotidianamente la Méssa ed è deciso nemico dei settarii: che come insegnante è valente quanto si possa desiderare e che nelle sue prelezioni non tocca mai le sue 1 Quas quidem sententias... liaereticas, erroneas, suspectas, temerarias, scandalosa# et in pia s aure» offensionem immittentes respective clamnamus. 2 Poullet III, 106 s. Le Bachelet II, 48. 3 Car je vous poni s asseurer que, pour les sa-ulver, l’on a fait ce qui a, esté possible, et qu'en cest affaire Sa Sainteté a usé d'une diligence que), si ce> fust esté pour guigner tout le monde, l’on n’eust sçeu faire plus. Pottllet III, 107. 4 Granvella a, Morillon, 13 novembre 1567. ibid. 104 s. 5 Le Bachelet II, 49. Morillon scrive a Granvella il 21 dicembre 1567, che il giorno seguente farà venire presso di sè Baio. Poullet III, 153. 0 Morillon a Granvella, 11 gennaio 1568, presso Potjllet III, 169. 7 Morillon a Granvella. 20 giugno 1568, ibid. 282. Pastor Storia dei Papi, Vili. 17