422 Pio Y. 1566-1572. Capitolo 6 c. vita dell’aiuto di principi stranieri per ottenere la sua propria restituzione.1 Probabilmente allora Maria aveva già dato ascolto alle proposte del banchiere fiorentino Ridolfo Ridolfi, che anche prima, quando preparossi la insurrezione cattolica, aveva avuto mano nel giuoco,2 e nell’autunno 1569 era stato sospettato d’avere dato aiuto alla sollevazione, ma dopo breve prigionia era stato di nuovo onorato del favore di Cecil e di Walsingham. Andate in fumo le trattative sul trattato di Chatsworth, egli persuase Maria a non fidarsi di Elisabetta e di rivolgersi invece per aiuto ai principi cattolici.3 Dietro consiglio del suo fedele ministro, Leslie vescovo di Ross, e deH’ambasciatore spagnuolo Guerau de Spes, Maria accolse tali pensieri e cercò di guadagnare ad essi anche Norfolk, che l’autunno precedente 'era stato dimesso dalla Torre. Allora il duca aveva bensì dovuto promettere di non darsi più pensiero del matrimonio di Maria senza il consenso d’Elisabetta, ma a dispetto di ciò da ultimo accondiscese a una segreta conferenza con Ridolfi. Il fiorentino gli espose che truppe spagnuole avrebbero dovuto sbarcare in Inghilterra sotto il comando di Federico di Toledo figlio dell’Alba, liberandosi col loro aiuto Maria. Norfolk non diede formale adesione, ma Ridolfi lo lasciò coll’impressione che il duca intendesse mettersi alla testa delle truppe per liberare Maria. Probabilmente da Leslie e dall’ambasciatore spagnuolo venne stesa una diffusa scrittura,4 colla quale Norfolk incaricava il fiorentino di mettersi in relazione con Filippo II, il papa e l’Alba. Questi doveva mandare in Inghilterra da 6 a 10,000 uomini e allora Norfolk avrebbe fornito 20,000 soldati a piedi e 3000 a cavallo. Qualora Maria rimanesse in prigionia, il duca affronterebbe una battaglia e farebbe il tentativo di liberare Maria colla forza e insieme di impadronirsi della persona della regina inglese al fine di avere in essa una specie di pegno o ostaggio per la regina di Scozia.5 Nel documento il Norfolk si gabellava per cattolico 1 « Quherfor our said good sister must aperdone ws, if we se na furthe-raunce to be liad at her hand, nether for our restitution nor for the releif of our saidis good subjects, that we solicit and ayde thame to procure thair support at other princes our frendis allyes » (Maria a Leslie, 6 febbraio 1571, presso Labanoff III, 175). Già nel 1570 Maria pensò di mandare il Leslie dal papa: la sua istruzione presso Labanoff III, 57 s. 2 V. sopra, p. 405 s., 414. s Hosack II, 34. i Marzo 1571, presso Labanoff III, 234-239; breve sunto presso Gózales 463. s « Sono risoluto di vole'r tentare la fortuna di una battaglia, et far forza di cavarla di qua per forza, et insignorirmi a un tempo della propria persona della Regina d’Inghilterra per assicurarmi di quella della Regina di Scotia»-Labanoff III, 245.