Esito delle conferenze. 395 La sentenza finale rimase riservata a un congresso di sei fra i più eminenti nobili a Hampton Court.1 Per due giorni vennero di nuovo esaminati gli strumenti di prova, ma questa volta pure non in quella maniera minuta che è assolutamente necessaria per scoprire abili falsificazioni.2 La sentenza finale degli arbitri non s’occupò della colpa o innocenza di Maria, ma disse soltanto che così come stavano le cose non poteva considerarsi conveniente che Elisabetta lasciasse comparirle dinanzi la regina di Scozia.3 Pare che non sia stato noto agli arbitri che Maria aveva chiesto di comparire solennemente dinanzi alla regina, alla nobiltà e agli ambasciatori. Sebbene a Bolton Castle si trovasse molto lontana dal luogo delle conferenze e tagliata fuori da tutti i suoi amici, Maria seppe tuttavia trovare l’unica giusta risposta al contegno dei suoi nemici. Dalla difesa essa passò all’offesa. Una risposta alle accuse di Murray e soci, che Maria mandò il 19 dicembre ai suoi rappresentanti,4 non solo nega colle parole più recise qualsiasi consapevolezza dell’uccisione di Darnley e ogni parte in essa, ma respinge sugli accusatori di Maria la terribile incolpazione.6 In seguito a ciò Murray e Morton addì 24 dicembre 1568 vennero pubblicamente accusati come regicidi dinanzi al consiglio della regina. In una nuova lettera 0 Maria approvò questo passo dei suoi difensori, che incaricò di chiedere copie dei documenti prodotti contro la loro sovrana allo scopo di confutarli per il minuto. Elisabetta trovò « molto ragionevole » simile richiesta ed espresse la sua gioia perchè la « sua buona sorella » volesse difendersi, ma si guardò bene dall’accon-sentire a questa molto ragionevole richiesta. In qualche maniera però l’affare di Maria doveva venire deciso. Elisabetta tentollo mediante un componimento.7 Sir Francis Knollys, nelle cui mani era la custodia della regina prigioniera, s’era guadagnato del pari che lord Scrope la fiducia della medesima. Si formò pertanto il progetto che Knollys dovesse quasi amico benevolo insinuarle di riconoscere come reggente il Murray, in se- 1 Ibid. 447 ss. Bain II, n. 921. 2 Descrizione dell’esame fatta da Cecil presso Hosack I, 448 ; Bekkee 253 ss. 3 Baiit II, n. 921, ,p. 581 s. 4 Labats'off II, 257-261. 5 « They bave falselie, traitourouslie, and meschantlie lyed ; imputing unto us maliciouslie thè cryme quhairof thameselfis ar authouris, inventeris, doaris, and sum of thame proper executeris » (Labanoff II, 258 ; Hosack I, 928). All’incolpazione, che essa avrebbe voluto far seguire al padre anctie il figlio suo, Maria rispose che itale calunnia 'bastava per giudicare da essa tutte le altre incolpazioni fattele, confutandola il naturale amore d’una madre pel suo figliuolo (ibid.). 6 Labanoff II. 262-264. 7 Hosack I. 454 ss. Bekkee 260 ss.