Lagnanze del card. Bonelli sul cesaropapismo spagnuolo. 309 lippo II, obbligato a combattere nei Paesi Bassi contro i calvinisti e in Ispagna contro i moriscos, poteva venire indotto alla guerra turca solo collo schiudergli nuove importanti fonti di denaro. Di fronte alla tutela della cristianità tacquero tutti i dubbii che Pio V aveva avuti specialmente per la Cruzada. Quanto poco si sapesse apprezzare alla corte spagnuola la magnanimità del papa fu dimostrato da una frase irrispettosa del confessore di Filippo II, il vescovo di Cuenca, a Castagna,1 e più ancora dalla condotta del re stesso. Dopo che le bolle sulle grandi concessioni finanziarie furono felicemente messe al sicuro, il rappresentante di Spagna presso la Curia cambiò il suo tono. Nella prima settimana di giugno egli comparve dinanzi al papa e dichiarò di avere l’ordine di protestare in nome del suo re contro il conferimento del titolo a Cosimo I ! Pio V ne rimase tanto più (stupito perchè fin allora Filippo II aveva in tale questione assunto un contegno di attesa. Egli rinfacciò all’inviato la malizia con cui la Spagna, sotto il pretesto della lega, gli aveva strappato le grandi concessioni ed ora in ringraziamento gli procurava un grosso impiccio nella questione del titolo. La protesta, alla quale già lungo tempo prima la deliberazione madrilena era stata preparata, avvenne il 9 giugno, ma in presenza di soli quattro cardinali.2 A questo procedimento rispose che Filippo continuò a non curarsi di tutte le lagnanze della Santa Sede contro il cesaropapismo spagnuolo. Il cardinale Bonelli le espose nella sua seconda udienza dell’ll ottobre.3 Non eran poche: in primo luogo la Monarchia Sicula, poi Yexequatur nel regno di Napoli e gli abusi ivi insinuatisi, indi la faccenda milanese non ancora esaurita in linea di principio e finalmente l’impiego delle rendite dell’arcivescovado di Toledo. Castagna, che assistette all’udienza, attesta che Bonelli espose in modo egregio le sue dichiarazioni e che motivò con un minuto memoriale vivamente illuminante il diritto cesaropapista spagnuolo quale fa-cevasi valere negli insanabili abusi avverantisi nel regno di Napoli-Sicilia. Quanto alla Monarchia Sicula facevasi rilevare in particolare, che, ammessa la genuinità del diploma di Urbano II, la legazione, secondo il tenore del privilegio, non aveva potuto estendersi oltre i figli del conte Ruggero, ciò che nel 1512 e 1533 1 Secondo L. Donato (Albèri I 6, 3S0) le parole del vescovo direttamente riierentisi a Pio V suonarono così: que loft estitwos mueren de camerati! 2 V. Gorresp. dipi. IV, 87, 131, 223 s., 328 s. e Bibl, Erhebung 118 s. Il testo della protesta presso Paxajstdri 240 s. Ai 16 di giugno 1571 Arco - riferisce sul rigoroso segreto della protesta ordinato dal papa. Archivio di Stato in Vienna. 3 Ofr. la lettera di Bonelli a Rustieucci del 12 ottobre 1571 (presso Te-nfescHis 267 s., Caruso 88 s. e ancora in Corrcsp. dipi. IV, 480 s.) e la relazione sommaria del 17 novembre 1571 usata da Sentis 121 s. e quasi contemporaneamente pubblicata da Gaciiard, Bibl. Gorsini 152-161.