Riforma del clero. 131 Naturalmente tali frasi non vanno prese del tutto alla lettera. Con sole parole ed esortazioni anche un Pio Y non poteva estirpare un’abitudine inveterata. Perciò l’anno seguente egli s’accinse a provvedimenti più rigorosi. Cinque o sei parroci, che non avevano nulla da cercare in Roma, furono carcerati,1 alla fine dell’anno poi Binarini e Ormaneto ricevettero l’ordine, che essi eseguirono con tutto lo zelo, di procedere contro i vescovi previa ammonizione, e senz’altro contro gli altri.2 La domenica, dopo il pontificale, fu notificato ai vescovi che il papa non voleva di nuovo esortarli al loro dovere.3 Nell’anno seguente 1568 Pio V si fece poi informare su quanti vescovi, che non avevano rinunziato ai loro vescovadi, fossero ancora in Roma e ne mandò alcuni in Castel S. Angelo.4 Ancora una volta la questione della residenza riappare negli ultimi anni di Pio V. Ora l’uomo di fiducia nelle cui mani fu messo il disbrigo del difficile negozio fu Carniglia. Sulla base di un editto papale, che obbligava tutti i preti viventi in Curia a dare in iscritto il loro nome con benefici e patria,5 egli formò un catalogo dei beneficiati dimoranti a Roma.0 A costoro fu quindi mandato l’ordine di portarsi ai loro benefici ;T chi non obbedisse, doveva per disposizione del papa venire costretto dal Carniglia alla restituzione dei frutti.8 Carniglia dovè esortare tutti i cardinali e prelati di rimandare i loro famigliari ai posti di cura di anime che avevano.9 Già prima simile intimazione era stata mandata agli spagnuoli investiti di tali posti.10 1 * Avviso (li Roma del 1° marzo 1567, ibid. 365. - * « S. Sta domenica ordinò a mons. Binarini et all Ormaneto che intimassero a tutti i vescovi che si trovano qui, la residenza et procedessero anco contro di loro, di maniera che a questo s’attende con ogni diligenza, et così anco per conto de curati, contra qualli prima si viene all’esecutione che a citazione come contumaci d’altre intimationi » (B. Pia a Luzzara, 20 dicembre 1567, Archivio Gonziaga in Mantova). Ofr. * Arco, 13 dicembre 1567, Archivio di Stato in Vi'enna. 3 * Avviso di Roma del 20 dicembre 1567, Uri). 101,0, p. 164b, Biblioteca Vaticana. 4 4Avviso di Roma del 20 marzo 1568, ibid. 491. Sull’attuazione dell'ob-bligo della residenza nel 1568 cfr. Gkatiani Epist. 366 ; sulla bolla dell’8 luglio 1568. v. sotto, p. 149. 5 * Avviso (li Roma dell'8 febbraio 1570, Urb. 101,1, p. 224b, Bili 1 iot: e e a Vaticana. Su un simile ordine precedente cfr. * Avviso di Roma, del 9 novembre 1566, Urb. 101,0. p. 318, ibid. •s * Avviso di Roma del 30 dicembre 1570, Urb. 101,1, p. 390. ibid. 7 * Avviso di Roma del 24 gennaio 1571, Uri). 101,2, p. 12, ibid. s * Avviso di Roma del 27 gennaio 1571, ibid. 12b. Nuova intimazione della residenza ai vescovi: * Avviso di Roma del 3 marzo 1571, ibid. 25b. 9 * Avviso di Roma del 23 dicembre 1571, ibid. 168. 10 * « Il Papa ha fatto intimare a tutti li Spagnoli che hanno beneficii curati, ehe debbano andare alle loro residenze» (Zibramonti al duca di Mantova 13 gennaio 1571, Archivio Gonzaga in Mantova). Cfr. * Avviso (li Roma del 13 gennaio 1571, Urb. 101,2, p. 4, Biblioteca Vaticana.