Il Commendone in Germania. 439 Il resto dell’istruzione fa vedere di quali vasti disegni fosse pieno Pio V per il rinnovamento della vita ecclesiastica in Germania. Tutti i vescovi dovevano venire incitati alla riforma del clero secolare e regolare; quelli, che non erano ancora consacrati, dovevano riparare a questa trascuratezza. Si sollecitassero i vescovi a visitare personalmente almeno una volta l’anno le loro diocesi, a impedire la penetrazione di scritti eretici, a promuovere e diffondere in ogni maniera la letteratura cattolica ed a erigere seminarii clericali. Al fine di adempiere a questi incarichi, che erano come il programma del papa per la situazione ecclesiastica di Germania, si consigliò al legato di guadagnare i consiglieri dell’imperatore e di prendere stretto contatto col cattolico duca di Baviera e coll’ambasciatore spagnuolo. Coerentemente il Commendone s’incontrò con sq'uisita cortesia coi principi cattolici e coi vescovi. Speciale attenzione usò ad Alberto Y di Baviera, rigido cattolico.1 Ed anche altrimenti il legato nulla trascurò per eseguire le commisioni avute dal papa. Naturalmente la sua sollecitudine precipua fu rivolta avanti tutto alle discussioni della dieta. In virtù della nuova redazione della proposta erano bensì escluse spiacevoli discussioni sulla fede cattolica ed un miscuglio di religione, ma con ciò non sembrava affatto eliminato ogni pericolo. Non sfuggì al Commendone che anche questa volta i protestanti cercavano di ottenere concessioni sul terreno religioso a mezzo dell’aiuto da darsi contro i Turchi. S’imponevano vigilanza e circospezione, delle quali non difettò il legato, che si mise in stretta relazione coi cattolici, specialmente coll’arcivescovo di Treveri e il duca di Baviera.2 Non ostante il profondo dissidio regnante fra luterani e calvinisti, nella scrittura, ch’era supplica e lagnanza, presentata all’imperatore i protestanti fecero sembianza d’essere uniti nella fede: di sètte, che l’imperatore voleva bandite nella sua proposta, nulla risultava loro nelle loro terre; tali sètte dovevano attribuirsi al diavolo ed ai papisti. Allo scopo di eliminare l’«abbominio e l’idolatria del papato » essi chiedevano la convocazione d’un concilio nazionale sotto la presidenza dell’imperatore : fino al concilio Massimiliano concedesse ai sudditi degli stati cattolici, che volessero 1 Vedi Braunsberger, Pvus V. S. 2 Commendone dimostrò pru-dente avvedutezza astenendosi dal consegnare il breve del 13 febbraio 1566 diretto all’imperatore ed a tutti gli stati dell'impero, anche ai. protestanti, che sulla base dei decreti tridentini esortava all’unità della fede (vedi Schwarz. Briefwechsel 7-9; Hopfen 241). 11 legato inoltre riuscì a sventare il pericolo che venisse proposta alla dieta la faccenda del giuramento dell’arcivescovo di Colonia. Cfr. Pogiani Epist. IV, 301.