158 Pio V. 1566-1572. Capitolo 2 g. tutto una guerra spietata ad ogni sorta di simonia. Fin dal principio Pio diede a vedere un quasi pauroso terrore di macchiare la sua mano con denaro e poteva appena sentir parlare di negozi di denaro. Allorché il Grassi, chierico della Camera Apostolica, gli volle proporre un mezzo per aumentare le entrate pontificie senza aggravare il popolo, il papa gli rispose che non voleva ammassar denaro e che il Grassi gli facesse piuttosto proposte per ricondurre alla Chiesa i popoli staccatisene.1 All’arcivescovo di Treviri condonò l’importo delle annate ad eccezione del quinto ed a quanto pare avrebbe preferito condonare tutto all’arcivescovo di Colonia : contro il costume le bolle vennero spedite prima che fosse sborsato il denaro.2 Allorché l’arcivescovo di Napoli ottenne il pallio, tornò urgente la questione, se alla consegna del pallio agli arcivescovi si dovessero esigere le tasse fino allora usuali a favore degli impiegati di Curia. Paolo IV aveva voluto che fosse gratuita : Pio V perciò fece esaminare di nuovo la cosa dai cardinali Morone, Corgna, e Dolera. Quando costoro risposero che si dovesse esigere qualcosa il papa non si accontentò della risposta ; in concistoro parlò con severe parole di tali tasse come d’un abuso a lungo tollerato e vietollo per l’avvenire; gli avvocati concistoriali non potevano accettare da un arcivescovo, che chiedeva il pallio, più di quattro scudi.3 In Polonia, dove il clero era diffamato come avido di denaro, l’internunzio Vincenzo Portico doveva dare affatto gratuitamente le dispense pontificie : non potevasi prendere un compenso neanche per la redazione dei documenti.4 A favore di Filippo II aveva il papa concesso un’indulgenza per coloro che aiutassero con denaro il re nelle sue imprese di guerra contro i Mori e i Turchi, ma respinse risolutamente la proposta di trattenere per i bisogni della Santa Sede una parte del danaro per tal via affluente, e ciò perchè non si avesse l'apparenza ch’egli avesse fatto quella concessione per suo proprio interesse.5 Pio V abolì del tutto la facoltà di inviare predicatori d’indulgenze, che spettava tuttavia ad alcune chiese e spedali e che aveva dato e dava occasione a tante lagnanze giustificate.6 Seguendo l’avvertimento del i * Cusano, 6 luglio 1566, ibid. - Braitxsberger. Pius V. 12. 3 * Arco, 16 febbraio e 6 aprile 1566. Archivio