620 di 255 fogli è una miscellanea messa insieme più tardi, die contiene quasi intieramente brutte copie, minute per brevi di Pio V di mano di Ant. Flo-rebellus Luvcllimis dal marzo 1566 al settembre 1568: soltanto a p. 24-36b, 85-!)4 e qua e là scioltamente Fimo o l’altro foglio sono registri di brevi; alla fine (p. 248 s.) seguono alcuni pezzi d’altro carattere. TI codice Landau non contiene breve alcuno che si trovi nella serie del vero e proprio archivio dei brevi e ciò perchè esso come quello del Museo Britannico formava una parte del detto archivio. Un esame accurato fatto dal prof. Pogatscher, al quale qui pure esprimo i miei ringraziamenti per l’aiuto prestatomi, diede per risultato che soltanto una parte delle minute contenute in questo volume è passata nei registri dei brevi dell’A r c hi v i o segreto pontificio. Su questi registri dei brevi il segretario dell’ambasciata spagnuola Re. Goubau ha formato nel 1640 la sua nota raccolta della Epistolae Pii V. Come per gli altri volumi di minute, così anche una collazione dei passi stampati presso Goubau colle minute nel Codex Landau dà una serie di varianti, che è interessante per l’origine dei singoli documenti. Spesso queste correzioni sono più di carattere stilistico, ina talora sono degne di attenzione anche pel contenuto. Ad. es. nel breve al cancelliere bavarese Simone Eck del 14 febbraio 1567, stampato in Goubau 24-26, dopo segregare nel Codex Landau p. 133 si leggono anche le seguenti parole: «Vere ostendis te esse fratrem Ioannis illius Echi qui nascenti haeresmn pesti tanta pietate sese primus opposuit et catholicam veritatem tam acriter constanterque defendit ». Nel breve alFimperatore Massimiliano II del 15 maggio 1568, presso Goubau 81-83, dopo le parole ab eo talia tentari, nei codice Landau, p. 208, leggesi anche: «Qui eniin talia agunt et spretis censuris ecclesiasticis ecclesiarum bonis miamus admovei*e non dubitant, ii nimis famae suae prodigi sunt et salutis.1 Si tamen in bonis eius ecclesiae temporalibus ius se aliquod habere existimat, polliciti fuimns aliquem idoneiun iudi-cem ipsi dare, qui eam rem cognoscat et semata aequitate iiulicet aut per compositionem transiga! Quod si eum iudicem a Mte tua dari ma-luerit, eo quoque contenti erimus, sicut ei scripsimus. Quocirca Mtcm tuam etc. ». Mentre nel breve a Eck l’aggiunta non è cancellata, qui tutto il brano lino a ei scripsimus è cancellato e in sua vece è posto in margine ciò che è stampato presso Goubau. Inoltre dopo Quocirca Mmestatem tuam seguiva: cuius officium est ut ecclesias et ecclesiarum iura tueatur, defendat ac protegat, che poi fu cancellato. Che non sempre presso Goubau il testo sia corretto è dimostrato da un’altra variante: a p. 82, 1. 6, dall’alto invece di iure peti va letto vi peti; così ha non solo la minutai nel Codex Landau, ma anche il volume del registro dei brevi nell’Archivio segreto pontificio, Arni. J,lf, t. 13. Le parole dopo « debet » presso Goubau 82, 1. 5-7 dal basso, nel Codex Laudavi in origine suonavano: ne bona, temporalia illius ecclesiae contra ius et de facto, ut dicitur, occupentur. Di interesse generale è un’aggiunta nel breve al vescovo di Passali del 26 maggio 1568 sul divieto della comunione sotto le due specie (Gou- i In origine c’era : ii nimis offlciU et salutis suae ¡mmemores sunt.