Guglielmo cl’Orange. 317 suoi ufficiali.1 Per altri cinque anni Guglielmo conservò questa maschera cattolica siccome utile ai suoi fini. Ne sono prova le due lettere che nel 1566 indirizzò a Pio V. Nella prima, del 13 maggio, egli dichiarava: è mio desiderio e volontà d’essere per tutta ¡a vita il più umile e obbediente figlio della Chiesa e della Santa Sede e di perseverare, come i miei antenati, in questa volontà, devozione e obbedienza. Nella seconda lettera, dell’8 giugno, prometteva di darsi premura, conforme al suo dovere, come per l’ad-dietro così in seguito per la conservazione dell’antica religione cattolica nel suo principato d’Orange.2 E per tutta l’estate ancora si comportò da cattolico. Ma nel novembre 1566 in una lettera confidenziale al luterano Guglielmo d’Assia scrisse che nel suo cuore aveva «sempre tenuta e professata» la confessione augu-stana.3 Tale era l’uomo che, sebbene feudatario e consigliere di stato di Filippo II, mise tutta la genialità sua nell’attraverare la politica estera ed interna del suo re. Attorno a lui schieravansi tutti i malcontenti del governo spagnuolo, a lui stringevansi anche coloro che nutrivano sentimenti protestanti.4 Lo stesso Filippo II aiutò questo pericolosissimo nemico differendo sempre l’allontanamento, promesso contro voglia prima di partire, dei tremila uomini dell’odiata truppa spagnuola. Ottenutane finalmente a forza la partenza, si trovò subito altra adatta materia di agitazione nella nuova delimitazione e aumento dei vescovadi neerlandesi che, secondando il desiderio di Filippo II, papa Paolo IV aveva disposto poco prima di morire.5 Questo ordinamento, originato da retto riconoscimento dell’in-sufficienza di mere misure repressive per soffocare la novità religiosa, in considerazione della manifesta insostenibilità delle antiche condizioni, era affatto necessario e insieme molto giovevole per i bisogni spirituali della popolazione, ma aveva anche un lato poli- 1 Vedi Gkoest van Prinsteber, Archives de la maison Orange-Nassau I, 72. Cfr. Hoch, Untersuchungen über die Empörung und den Abfall der Niederlande, Leipizig 1860, 9 s. Pio IV era molto confortato sul contegno dell’Orange nel suo principato; vedi A. Cattchie et !.. van deb Essen, Invent, des archives i'arnésiennes, Bruxelles 1911, xxi e Brom, Archivalia I, 191 s. 2 Ofr. Aixard. Des zwijgers godsdiensten in Studien op Godsdienstig, Il et-tenschappelijk en Letterkundig Gebied, ann. 13, Utreclit 1880, II, 65-90, ove è per la prima volta dato il testo originale della lettera conservata nella Biblioteca Barberini. 3 Vedi Groen van Prineterer loc. cit. II, 497. Cfr. anche Blok, Willelm de eerste (Amsterdam 1919), il quale crede (p. 62) che l’Orange sia diventato vero calvinista solo dopo il 1572. 4 Ofr. Ritter I, 335 s. 5 Su questo, con quanto dicemmo nel vol VI, 521 v. pure Marx, Studien öl s., 194s. e Raciifahl II 1, 20 s. V. anche Claessens, Sur l’établissement des évêchés dans les Pays-Bas in Rêv. cathol. 1859.