Caratteristica di Pio V. 45 Sommamente affabile verso i poveri e i posti in basso stato, manifestava schiettamente il suo dispiacere qualora non potesse soddisfare una domanda. Grande, a parere di molti troppo grande, era la sua carità verso bisognosi e la sua liberalità coi fedeli servitori.1 Pio V non lasciavasi determinare dalla prima impressione, ma una volta che si fosse formato una ferma opinione, era quasi impossibile renderlo titubante in proposito. Manteneva più facilmente una impressione cattiva che una buona, specialmente colle persone, che non conosceva da presso.2 Da ciò che reputava giusto non potevano distorlo nè calcoli mondani nè le peggiori minacce. Una volta disse che preferiva ritirarsi quale privato al Laterano con due cappellani, che concedere alcun che di illecito. Il diplomatico veneto Soriano è di parere che debbasi la conoscenza di un simile papa per ritenere possibile che un uomo venuto su da bassa condizione si senta tanto sicuro da poter rinunziare a tutti i riguardi umani.3 Tributano le loro lodi ai pregi di Pio V anche persone giudicanti secondo considerazioni meramente mondane. Gli ambascia-tori, che dovevano sostenere il punto di vista unilaterale e le esigenze spesso molto ampie dei loro signori, ricordano come lati deboli specialmente la credulità del papa in fatto di notizie cattive, la grande scrupolosità derivante dalla sua coscienza delicata, la pertinacia, con cui tenevasi fermo a una idea una volta formatasi, e in particolare la sua inclinazione alla diffidenza.4 Requesens è abbastanza equanime da rilevare che le brutte esperienze fatte da Pio V dell’egoismo di parecchi cardinali erano le ragioni, per 1 V. la Inforni a tione ecc. 193 s. Cfr. Tiepolo presso Mutinelli I, 5N. 2 V. ibid. 3 Soriano 202. Cfr. Poi.anci Epi.it. in Anal. Bollami. VII, 57; Catena '.!2. A causa certo della grande coscienziosità di Pio V parecchi diplomatici credevano elie fosse molto timido; così * Khevenhiiller ai 30 di marzo del 1566 e * Cusano ai 2 di febbraio dello stesso anno. Pift giustamente vedeva Arco, il quale ai 7 di settembre 1566 opinava che il papa farebbe altri errori « perchè è troppo fermo nelle sue opinioni et mostra di curare poco delli principi ». Archivio di Stato in Vienna. Ai 28 d’aprile del 1567 Vincenzo Matuliani scriveva : * « La natura di questo principe è di non voler fare cosa a requisi-tione di persona che viva se non quello che viene dalla sua voluntà governata con molta prudenza e retta da una mente santissima». Archivio di Stato in Bologna. * Vedi Tiepolo 175; cfr. Soriano 202. Ai 16 di maggio 1566 Serristori lamentasi così : * « Non si fida di huomo del mondo et quello che {■ peggio fuori di queste cose della religione S. Stà non intende punto delle cose del mondo et manco di quelle della corte; non si fida d’huomo che viva, non ha ministri che intendino, dall’ che le cose di qui vanno a mal cammino» (Archivio di Stato in Firenze, Medie. 35.92). * « Il papa non si fida d’alcuno. riferisce anche Khevenhiiller in data di Roma 30 marzo 1566. Archivio di Stato in Vienna.