310 Pio V. 1566-1572. Capitolo 4 c. avevano riconosciuto anche gli officiali regi. Il memoriale elevava inoltre lagnanza perchè non era rispettato il concilio di Trento, era impedita in ogni maniera l’esecuzione di editti papali e perchè coll ’exequátur regio esercitavasi un abuso che il re era obbligato a togliere in virtù del giuramento prestato nella sua investitura. Da un buon anno il papa aspetta la risposta al memoriale rimesso dal Giustiniani : gli addolcimenti frattanto concessi, ma molto lievi, non toccano il nocciolo della questione sulla giurisdizione, cioè l’inosservanza delle prescrizioni del concilio tridentino. Alla fine si torna a ricordare al re ch’era per lui una cosa di coscienza provvedere e che ciò era inoltre nel suo proprio interesse, giacché dove s’offende la giurisdizione ecclesiastica e l’autorità del papa, quasi annientate in Sicilia e variamente impedite a Napoli, ivi col tempo devono sorgere eresie.1 La risposta del re fu di nuovo come le precedenti affatto generale. La decisione doveva ora intervenire presso i suoi ministri. Bonelli quindi cercò di influire sui medesimi a mezzo di fiduciarii, specialmente di Francesco Borgia. Sulle prime egli sperò anche di potere condurre le trattative soltanto col cardinale Espinosa e Ruy Gómez, ma in breve dovette vedere che vi venne tirato dentro tutto il così detto consiglio d’Italia, che considerava come suo compito precipuo quello di difendere tutto ciò che ampliava la giurisdizione dello stato.2 La risposta che ricevette il 3 novembre, abbassò ancor più le speranze di Bonelli. Respingeva recisamente l’asserzione che la Monarchia Sicula non sussistesse di diritto appellandosi perciò non solo alla bolla di Urbano II, ma al possesso immemorabile. Relativamente ai singoli punti di lagnanza essa era parte negativa, parte evasiva, parte annuente in quanto che almeno si prometteva l’eliminazione degli inconvenienti.3 Che del resto allo stesso Filippo i privilegi della Monarchia Sicula. apparissero troppo smoderati ed egli perciò fosse tormentato da scrupoli religiosi fu dimostrato dalla strana pretensione che dal cardinale Espinosa fece esporre a Bonelli : relativamente alla Monarchia Sicula ed all’exequátur a Napoli il papa 1 li memoriale, noto a Catena (p. 171) e (li cui Tedesciiis («p. 264) comunicò un passo, fu pubblicato integralmente da Lammee, Melet. 226 ss. dal Cod. 505 della Biblioteca Corsini in Roma però colla flalsa data 21 ottobre: il giovedì nel 1571 cadde rii ottobre. A Lammeb inoltre è sfuggito che il documento era stato edito già da Caruso (p. 86 s.), però colla erronea data del 12 ottobre. 2 V. la relazione di Bonelli del 17 novembre 1571, presso Gachard, Bibl-Corsini 155. Cfr. Sentis 121 e Corresp. dipi. IV, 522 s. 3 Y. * Cod. N. 3, p. 6“ della Biblioteca Vallicelliana in Roma. Cfr. Ijadercri 1571, n. 261 s., e Sentis 121. V. anche Hinojosa 203, ove manca la data del documento in Nunzia t. di Spagna, II, 150; è del 30 ottobre 1571. Cfr. ora anche Corresp. dipi. IV, 522, n. 1.