Le missioni in Abissinia. 507 Ordini si avvera il contrario. Di Luis Bertrand narra il suo biografo più antico,1 che egli per questo riguardo ha molto lodato lo zelo dei Gesuiti e biasimato la negligenza dei suoi confratelli : ma che egli tuttavia non volle imitare l’esempio dei Gesuiti e dava risposte evasive quando lo si interrogava sull’opera sua. Così di lui non si ha neppure una lettera del tempo della sua attività missionaria. Nell’Africa parve svanita sotto Pio V ogni speranza per la missione d’Abissinia intrapresa con tante aspettazioni. Il patriarca Nunez Barreto era morto già nel 1562 a Goa senz’aver mai messo piede nella sua diocesi: Pio V pensò di potere utilizzare meglio nel Giappone l’Oviedo, che ne era stato fin qui coadiutore e della cui presenza in Abissinia si valse Pio IV nel 1561 per invitare anche il Negus Minas al concilio di Trento.2 L’Oviedo però chiese di rimanere presso i pochi cattolici dell’Abissinia.3 Al secondo coadiutore del patriarca Barreto Pio V impartì egualmente l’ordine di andare al Giappone e nella Cina;4 egli però non giunse colà, ma morì a Macao nel 1565.5 Anche gli altri tentativi dei Gesuiti di penetrare nell’Africa nel 1560, erano rimasti senza successo, tanto sulla costa occidentale nell’Angola, quanto sulla costa orientale presso i negri al sud dello Zambese.6 Sotto Pio V questi tentativi non furono rinnovati. Per proteggere la missione abissina il papa cercò di ottenere l’intervento armato del Portogallo contro i Turchi, la cui flotta nel Mar Rosso infestava il paese.7 Il papa ricevette notizie più consolanti dalle Indie orientali. Dal re Sebastiano egli ricevette la nuova, che i Francescani, i Domenicani e i Gesuiti vi bandivano il vangelo agli indiani con 1 « Utque laudabat ille plurimum diligentiam patrum Jesuitarum, qui me-moriae prodiderunt labores, quos sui subierunt in Japonia, China, aliisque oris, in quibus Evangelium praedicarunt, ita improbabat negligentiam nostrorum, qui cum sui in Indlis occidentalibus et orientalibus, Taprobana multisque aliis in regnis tantopere iam inde a tempore Innocentii Vili. •., vis ullus repeTtus fuerit, qui curaverit litteris consignare afìlictiones ac martyrium nostrorum patrum ». Aktist, Vita n. 81 in Acta Sanet. oct. V, 324 ; cfr. n. 62, p. 320. 2 Breve del 20 agosto 1561, presso Beccaki X, 125; lettera accompagnatoria del 23 agosto, ibid. 130. 3 Breve all’Oviedo del 2 febbraio 1566 (traduz. portoghese), ibid. V, 424; la risposta dell’Oviedo del 15 giugno 1567 ibid. X, 215. 4 Breve a Melchiorre Carneiro del 3 febbraio 1566, ibid. 187. 5 Ibid. 331, vi. 1. 6 !.. Kilger, Die erste Mission unter den Bantustdmmen Ostafrilcas, Miin-ster 1917. Per Angola (1560) cfr. Sacchini P. II, 1. 4, n. 203 : per la spedizione dello Zambese ibid. n. 210 ss., 1. 5, n. 219 ss., 1. 6, n. 158. Non è senz’interesse ciò che il Sacchini riferisce intomo ai filimi principali dell Africa (1. 4, ti. 224). Egli sa che il Nilo Bianco sgorga da un lago e che il Congo (Zaires) dapprima scorre a Nord, poi piega ad Ovest. Brevi al re Sebastiano e al cardinale Enrico, ambidue del 17 dicembre 1569, presso Laderciii 1569, n. 337 s.