Riforma della corte papale. 97 fu indi a poco sottoposta alla sorveglianza di quell’esperimentato riformatore. Ai 6 d’ottobre del 1566 il papa in persona fece una severa allocuzione ai famigliari riuniti, li esortò a vita esemplare e diede una serie di prescrizioni, che dovevano essere legge in avvenire per tutta la corte. Volle in primo luogo che si facesse un catalogo di tutti gli impiegati di corte, coll’indicazione del grado ecclesiastico e dei benefizi di ciascuno, al fine di potere ovviare alla cumulazione dei benefizi ed alla trascuranza del dovere della residenza.1 1 sacerdoti dovevano celebrare la Messa almeno tre volte la settimana, gli altri ricevere i sacramenti ogni due settimane. Ai chierici in corte venne vietato di usare gale al collare e alle maniche, brache larghe, velluto e seta: ind’innanzi dovevano portare il solito costume di tutti i chierici di semplice panno. Affinchè gli uomini di corte e i loro famigliari non passassero in ozio gran parte del giorno, dovevano tenersi nel Pailazzo apostolico lezioni su materie teologiche e filosofiche ed esservi inoltre a mano dei libri perchè gli ostiarii ed i camerieri avessero occasione di occuparsi utilmente. Ormaneto ricevette la piena facoltà di ammonire e rimproverare tutti i famigliari e di riferirne al papa ove occorresse: il maestro di camera Cirillo poteva espellere dal palazzo i disobbedienti e incorreggibili. Alla fine il papa fece rilevare che costringevate a tali prescrizioni il suo dovere di pastore e incitò nuovamente l’Ormaneto a vigilare inesorabilmente sud'l’attuazione degli ordini dati se non voleva tirarsi addosso castighi.2 Ormaneto aspettò a prendere misure radicali fino a che non conobbe esattamente le condizioni vigenti nel Palazzo apostolico. Poi, a imitazione del Cardinal Borromeo, cominciò nel giugno 1567 il rinnovamento della corte col licenziare circa 150 gentiluomini 1 Polanoo, 21 ottobre 1500. loc. eit. 05. Cfr. * Arriso