568 Pio V. 1566-1572. Capitolo 9 d. Dopo che ebbe pregato in S. Pietro alla tomba del principe degli apostoli e offerta, alludendo al proprio cognome, una colonna d’argento, Colonna si portò al Vaticano, ove il papa, circondato da 25 cardinali lo ricevette nella Sala Regia con sommo onore. Egli esortò il vincitore di Lepanto a dare gloria principalmente a Dio, che nonostante i nostri peccati era stato così benigno e misericordioso.1 Allorquando, la sera, Colonna ritornò al suo palazzo presso i SS. Apostoli, le vie della città illuminate a festa rigurgitavano di uomini esultanti. Durante il giorno i romani avevano letto con orgoglio e speranza le molto significanti iscrizioni, ch’erano state apposte agli archi di Costantino e di Tito, antichi simboli del-l’Oriente soggiogato dall’Occidente. Quella all’arco di Tito, il monumento dell’assoggettamento della Palestina, invitava Gerusalemme ad allietarsi perchè un papa romano avrebbe liberato la città, che un imperatore romano aveva messa in ceppi. Delle tre iscrizioni apposte all’arco di Costantino quella a destra ricordava la vittoria presso Ponte Milvio, quella a sinistra il successo ottenuto a Lepanto da Pio V in unione con Filippo II e Venezia, quella al centro esprimeva la speranza che ora fosse spianata la via alla conquista di Costantinopoli. Questa volta mancarono affatto reminiscenze pagane, quali furono in uso nell’occasione di simili: feste a Roma in tutto il periodo del rinascimento fin giù a Giulio III. Quale altro spirito fosse divenuto dominante nell’eterna città venne dimostrato anche nella festa, che il senato fece nove giorni dopo sul Campidoglio al vincitore di Lepanto. Essa rimase tutta limitata alla chiesa di S. Maria Araceli, sulla cui porta grande decorata con bandiere turche leggevasi la seguente iscrizione composta pienamente secondo lo spirito della restaurazione cattolica: il ringraziamento, che un tempo i saggi pagani nella loro pazzia offrivano sul Campidoglio agli idoli per una felice impresa, il vincitore cristiano, che ascende all’Araceli, con pia devozione rende ora per la splendida vittoria al vero Dio, Cristo Redentore, ed alla sua gloriosissima Madre.2 L’unica eco dell’età del rinascimento furono nella chiesa i magnifici tappeti del cardinale Este, che rappresentavano la vittoria di Scipione su Annibaie. Alla Messa di ringraziamento Colonna offrì come voto Christo victori una colonna rostrata d’argento alta quasi quattro piedi. Alla fine della festa* vennero date doti a 75 ragazze povere. Così aveva voluto il 1 V. ibid. 2 « Quas olim gentiles doctores idolis pro re bene gesta in Capitolio stulte agebant, eas nunc ad Coeli aram christianus victor ascendens vero Deo Christo Redemptori einsque gloriosissimae matri pro gloriosa victoria religiose et pie agit habetque gratias ».