Inizio della riforma cattolica in Germania. 469 nel marzo 1569 fu tenuto a Salisburgo un sinodo, che attenendosi ai deliberati tridentini diede una solida base alla riforma ecclesiastica.1 Pio Y tributò alta lode all’arcivescovo di Salisburgo e si rivolse ai vescovi suffraganei di lui, di Bressanone, Chiemsee, Frisinga, Gurk, Lavant, Passau, Ratisbona, Seckau ed a molti capitoli animandoli tutti all’attuazione dei salutari decreti. Insieme sollecitò i principi civili, nei cui paesi erano i vescovadi, a prestare anche dal loro canto l’aiuto all’opera altrettanto necessaria che utile.2 Al principio del 1572 egli esortò Daniele Brendel arcivescovo di Magonza a tenere un sinodo per la sua vasta provincia ecclesiastica.3 Come il risveglio di attività sinodale, così anche l’attuazione di visite alle parrocchie si deve all’incitamento di Pio V, che nel suo ardente zelo per la riforma non lasciò intentato mezzo alcuno per rimuovere, influendo energicamente sui dignitarii responsabili, i grandi mali esistenti.4 Nel giugno del 1568 l’arcivescovo di Salisburgo con tutti i suoi suffraganei fu invitato alla visita delle rispettive diocesi ; nel luglio l’arcivescovo di Praga ricevette l'esortazione di dar vita ai decreti tridentini con un sinodo provinciale e con visite.7 Allorché, nell’autunno dello stesso anno, invocò l’aiuto del re spagnuolo per distogliere Massimiliano II da una capitolazione di fronte alla nobiltà protestante, il papa si rivolse anche ai tre Elettori ecclesiastici. Nel breve per essi egli non solo inculcò l’erezione di seminarii secondo le prescrizioni del concilio tridentino, ma anche che si eseguissero le visite delle parrocchie.6 Nelle visite da lui fatte in Austria, a Passau e Salisburgo7 il legato Commendone fece vedere come si dovesse procedere in tale bisogna. All’invito di Pio V rispose per primo, dei vescovi della Germania occidentale, l’Elettore di Colonia esse duximus, te ita egregie animatimi ad ipsum adeo eximium omnipotentique Deo acceptabile opus primo quoque tempore aggrediendum atque perficisndum accendere, prout te canni nostri animi affectu ut id quamprimum divino fretus ausilio eflicias, etiam atque etiam suademus ac studiose adhortamur ». Originale nell’Archivio concistoriale a Salisburgo: ivi anche molte corrispondenze sul sinodo del 1569. Il breve d’esortazione alla riforma dei costumi in data IT giugno 1566, che fu letto al sinodo, è in Arm. 44, t. 12, n. 76, Archivio segreto -pontificio. 1 Vedi Hartzheim. Cono. Germ. VII, 290 s. Cfr. Wiedemantt I, 258 s. ; Schwarz, Brìefwechsel 169; Hììbner in Deutsche Gesohichtsblatter XII. 112 s. Sull’esame e conferma dei decreti da parte della Santa Sede vedi Schellhass, Nvntiaturberichte sez. 3°, voi. Ili, xv. 2 Vedi Ladebchi 1571, n. 66 s. 3 Vedi Theiner, Anna-les eccl. I, 1572, n. 6. 4 Vedi Schwarz, Ahten dar Visitatlon xxxm. , 5 Vedi Laderchi 1568, n. 92, 95. 0 Vedi Schwarz loc. cit. xxxiv. 7 Cfr. sopra, p. 451.