Inizio del governo. 49 versia per la precedenza s’astennei'o l’ambasciatore spagnuolo e Marcantonio Colonna, i caporioni portarono il papa alla cripta del principe degli apostoli. L’incoronanzione venne compiuta dai cardinali Rovere e del Monte dinanzi S. Pietro su una tribuna ben visibile al numeroso popolo accorso e decorata con pitture allegoriche. Entusiasmato il popolo gridava: «Viva Pio V!». Le cerimonie durarono sì a lungo, che già sorgeva la notte quando i cardinali recaronsi al banchetto dell’incoronazione preparato nelle stanze di Inocenzo Vili. Esso fu splendido, ma non eccessivamente sfarzoso: per la quantità degli invitati servizio e sorveglianza lasciarono a desiderare. Il papa mangiò tanto poco come se si fosse trovato tuttavia nel refettorio del suo convento. Conceda Iddio, così si legge in una relazione da Roma, ch’egli ci venga conservato, poiché fino ad ora si addimostra vero vicario di Cristo.1 Nell’incoronazione di Pio IV parecchie persone erano state mortalmente oppresse nella calca; il nuovo papa perciò non fece gettare denaro fra la moltitudine distribuendo invece grandi elemosine a poveri e conventi. Il primo suo atto dopo l’incorona-zione — un segno nello stesso tempo del suo rigido sentimento — fu l’ordine di cacciare dal Vaticano il dottor Buccia, il buffone di corte di Pio IV.2 Nel 1567 fu abolito l’uso di celebrare l’anniversario dell’incoronazione con un pranzo di parata; il relativo denaro fu distribuito a bisognosi.3 Il papa, così comincia una relazione sulla solenne presa di possesso del Laterano, che ebbe luogo il 27 gennaio 1566, persevera nella santità della sua vita e si addimostra vero vicario di Cristo. I romani lo amano come un padre. Nella sua andata al Laterano salutaronlo con tale un giubilo quale da dieci pontificati non s’era veduto. Faceva il giro la notizia, che lasciando i suoi appartamenti il papa avesse pazientemente ascoltato un uomo che chiedeva giustizia e fatto l’osservazione di piacergli simile semplicità. Allorché, durante la processione, scorse l’antico compagno di scuola Francesco Bastone accorso da Alessandria, Pio V lo chiamò a sé e in riconoscente memoria dell’aiuto prestatogli un dì dal padre di lui, nominollo castellano di S. Angelo. Con ciò tutta Roma apprese da 1 * Avviso di Roma del 19 gennaio 1566. Vrb. lOìfi, p. 166b-167, Biblioteca Vaticana e C. Firmantts, * Diarium in Misceli. Arni. XII. 31, p. 40b s., Archivio segreto pontificio. Cfr. App. n. 4. 2 V. la ’relazione di Cusano del 19 gennaio 1566, Archivio di Stato in ' ienna. Secondo 1 ’* Avviso di Roma del 19 gennaio 1566 (Vrb. 1040. p. 166, Biblioteca Vaticana) Buccia era schiavane. Sulla sua vita vedi Constant. l'uli/Kirt 222 s. Naturalmente Pio V non voleva saperne neanche di commedianti: v. Giorn. d. lett. Iiaì. LXIII. 298 s. 3 * Avviso di Roma del 18 gennaio 1567. Vrb. 10J/0, p. 350. Biblioteca Vaticana. Cfr. Cancei.i.ikri, Possessi 110. Pastor, Storia dei Papi, Vili. 4