536 Pio V. 1566-1572. Capitolo 9 b. questione del comando supremo, che la Spagna pretendeva per sè. Soriano fece pertanto presente che nei mari orientali la bandiera veneziana avrebbe esercitato una maggiore attrattiva, specialmente per indurre alla rivolta i cristiani di quei luoghi. Si decise di proporre la cosa al papa; dunque la si differì. Morone osservò in quest’occasione di fronte al Soriano, che Don Juan d’Austria,1 il fratellastro di Filippo II divenuto famoso nella guerra contro i Mori, era in prospettiva d’essere nominato generalissimo. Nella seduta fu poi anche deciso all’unanimità, che il papa invitasse ad entrare nella lega anche gli altri principi, specialmente l’imperatore, inoltre che nessuno dei collegati stipulasse coi Turchi la pace o qualsiasi altro trattato senza il consenso degli altri, infine che il papa decidesse come supremo arbitro tutte le questioni della lega. Il 13 luglio si discusse dapprima quanto dovessero assumersi la Spagna e Venezia del contributo che era stato richiesto dal papa. I pareri si urtarono così violentemente, che si venne quasi alla sospensione delle trattative. Granvella si permise una espressione, che spinse ad una risposta molto acre persino un uomo così moderato come il Morone. Indi sorse una nuova contesa; se la conquista di Algeri, Tunisi e Tripoli si dovesse contare fra i compiti della lega. Soriano rilevò che la progettata lega non riusciva soltanto a vantaggio di Venezia, ma anche a protezione di tutto il mondo cristiano. Gli spagnuoli persistettero nell’opinione che si trattasse sopratutto dell’utile della repubblica di S. Marco e pretendevano un compenso. Finalmente Soriano si dichiarò pronto a concessioni maggiori di quanto permettesse la sua istruzione. Tutti parvero concordi nella nomina di Don Juan a generalissimo; questi però doveva consultarsi con i generalissimi delle forze militari veneziane e pontificie. Il 17 luglio i rappresentanti del papa presentarono un diffuso progetto dei capitoli della lega, sul quale il Morone osservò, che era questa la volontà definitiva di Pio V. Gli spagnuoli volevano mandare prima il progetto al loro re per ricevere istruzioni. Allorché Soriano fece notare che di fronte ai preparativi turchi sconveniva un’ulteriore dilazione e che ora tutto il mondo attendeva una decisione definitiva, gli fu obiettato che non si trovavano insieme che da quattordici giorni, mentre che le trattative per la lega sotto Paolo III erano durate dall’ottobre 1537 al febbraio 1538. Già nelle trattative fatte sinora il Soriano aveva insistito a più riprese sull’unione della flotta spagnuola con quella vene- 1 Cfr. su lui, oltre le monografie di Havemann (1865) e Stibling-Maxwixi* (2 voli., London 1883), l’opera più antica, edita soltanto ora, del Porremo: IH sidei ser. S. Don Juan (l'Austria, Madrid 1899.