Pio V e la progettata uccisione di capi ugonotti. 371 da sembrare d’essere a Pasqua. Dei parroci confessarono che a memoria d’uomo il popolo non aveva manifestato tanta pietà come ..llora.1 Altrettanto fu osservato in altri luoghi, ad es. a Soissons. in un viaggio che fece nel novembre da Parigi a Mézières, Francesco Bramante notò dappertutto una diminuzione d’ugonotti ; su mille cattolici eranvi allora, a suo giudizio, solo quattro eretici.2 Le speranze di Bramante crebbero quando il cardinale Pellevé gli comunicò segretamente che Carlo IX meditava l’uccisione di Coligny e di alcuni altri capi degli ugonotti, in seguito a che sarebbero annientati in tre giorni i loro seguaci! Questo discorso, scrive egli il 28 novembre, mi piace, ma io non mi quieterei finché non fosse revocata la vituperosa pace di St.-Germain e non fossero abbruciati gli eretici come al tempo degli antichi re di Francia.3 Rigorosissima azione contro gli eretici voleva anche Pio V, ma non l’eliminazione dei loro capi per via illegittima. L’ambasciatore spagnuolo Zuniga riferisce nel maggio 1568 d’avere udito dal papa che i reggenti francesi progettavano l’uccisione a tradimento di Condé e Coligny e come il papa non avesse nascosto ch’egli ciò non poteva nè approvare, nè consigliare, nè comporre con la propria coscienza.4 1 * « Et per fare un poco eli più dolce fine, non voglio di mancare di dire .'i X. S. per sua. consolatione che nell’altra settimana, che si è fatto qui il giubileo, si è visto una devotione et una frequenza di popolo cosi grande in tutte le chiese in processione et oratione et confessarsi et comunicarsi che è parso veramente la settimana santa e il dì di Pasqua, et i preti parochiali mi han detto di non liaver di cento anni memoria di una frequenza et divotione cosi Srande di popolo». Lettera da Parigi, G ¡novembre 1570, loc. cit. 72. 2 V. in App. n. 76, Archivio segreto pontificio. 3 V. la ‘relazione cifrata in App. n. 77, Archivio segreto pontificio. * Una cosa que él no podìa aprovar ni aconsejar, nìkiun- le pareeia que en- cnnscicncia se podia hacer. Relazione di Zuiiiga da Roma 19 maggio 1568, C'ur-resp. dipi, li, 372 (presso Kervyn de Lettenhove II, 43 e in Lettres de Catli. de Médicis IV, xxvi erroneamente assegnata al 1567). — Senza curarsi della testimonianza di Zuniga stamlpata fin dal 1884 e pienamente ignorando tutta la bibliografia addotta a p. 361, n. 4, l’ex-gesuita Hoensbroech nel suo libello Das Papsttum (I, Leipzig»¡1901, 204) scrive: «Già Pio V, che ha accolto l’assassinio fra i mezzi del papato, ha preso forte parte nella preparazione del martello Parigino [la notte di S. Bartolomeo] ». Come prova Hoensbroech rimanda alle lettere, da noi ricordate quando narrammo la terza guerra di religione, di Pio V a Carlo IX e Caterina de’ Medici del 6 marzo, 3 aprile e 20 ottobre 1569 sull’annientamento degli eretici francesi. Ma a queste lettere (appartiene anche una a Caterina del 28 marzo 1569, nella quale Pio V esorta ad aperta e libera oppugnazione jdegli ugonotti (aperte et libere', Gotjbatt 155), tanto che ne rimane esclusa un’insidia. A eie) ha già accennato il protestante Türke nel suo studio rimasto naturalmente esso pure ignoto al Hoensbroech, colla giusta osservazione : « finezze e raggiri diplomatici non erano quindi evidentemente sua cosa [di Pio V] : egli soleva andare verso la sua meta per via diritta » (p. 17). —. è cosa confortante che Hoensbroech non abbia trovato eco alcuno