160 Pio V. 1566-1572. Capitolo 2 i. denza, questi splendidi esempii non possono però occultare il fatto di questa decadenza: precisamente i più eminenti rappresentanti degli Ordini l’hanno apertamente confessata.1 Qui ora mise le mani il concilio. Dai suoi decreti sulla riforma dei religiosi e religiose furono colpiti a morte i principali abusi e dove queste prescrizioni raggiunsero vita e realtà, gli Ordini dovettero pigliare nuovo slancio. In realtà nel secolo seguente si rinnovarono tutti gli Ordini antichi : alcuni salirono a una fioritura, quale non avevano più vista i tempi migliori della vita religiosa. Per parecchi degli Ordini antichi le difficoltà di rialzarsi erano invero così immensamente grandi da poter sembrare insuperabili anche per la migliore delle volontà. Per commissione di Pio V nel 1569 il procuratore generale dell’Ordine cisterciense, Niccolò Boucherat, e il suo compagno Dionigi de Laceronis visitarono i conventi del loro Ordine nell’Italia media e meridionale ed in Sicilia.2 Nei 27 conventi cisterciensi della terraferma essi non trovarono che 56 cisterciensi distribuiti in 11 sedi, mentre le altre abbazie e priorati erano o del tutto abbandonati o abitati da monaci di altri Ordini e in alcuni casi anche da pochi preti secolari per provvedere scarsamente al culto. Della famosa abbazia di Fossanova la relazione della visita dice che la chiesa era bensì molto spaziosa, ma sprovvista d’ogni arredamento, che gli antichi stalli del coro erano distrutti o scomparsi fino all’ultima traccia, che il tetto della Chiesa aveva delle aperture, sì che vi pioveva dappertutto ed i monaci non potevano trattenersi in coro presso l’altare. Della casa d’abitazione dei monaci la quarta parte era caduta, dappertutto penetrava la pioggia, così che anche il resto dell’edifìcio doveva andare in ruina. Il capitolo era ancora intatto, ma alle finestre mancavano i vetri o un riparo .di panno e freddo e vento entravano indisturbati : altrettanto era delle finestre della chiesa, per cui nell’inverno i monaci non vi potevano tenere preghiera corale nè celebrarvi la Messa essendovi pericolo che il vento si portasse via l’ostia. La cappella e la camera in cui era morto 1 Testimonianze di Musso, Seripando ecc. presso Tacchi Venturi I. 46 s. 2 Cfr. A. Postina in Zisterzienscr-Chronik XIII (1901), 193 ss. Postina (p. 196, n.) attribuirebbe la relazione della visita al 1561, ma essa porta, sellitene d’altra mano, l’anno 1569; inoltre il * breve colla facoltil per la visita è del 28 gennaio 1569 (Nicolno Boucherat. proc. gen. ord. Cist. de Recluso Tre-oensis dioec., ac Dionysio de Laceronis de Mori-mondo Mediolanensis dioec. Mo-nasterii dici ordinis Cist. prioriVus commissariis: Archivio dei Brevi in Roma); finalmente nella bolla dell’8 marzo 1570 parla della visita siccome recentemente avvenuta (recenti risitatione). Non può fornire una prova in contrario la menzione, fatta nella relazione, del cardinale Taddeo Gaddi (f 1561). perchè non si dice che Gaddi fosse ancora in vita. Sulla riforma dei Cisterciensi in Firenze cfr. Guii.laume. L’abhaye de Cava. Cava dei Tirreni 1877, •"•24. ITn breve del 7 settembre 1566 sulla riforma dei Cisterciensi in Toscana presso Wadding XX. 429.