Conflitto fra Pio V e Filippo II. 327 notizie egli allora si decise all’invio, che suscitò rumore, di Pietro Camaiani in Ispagna. Camaiani doveva ancora una volta energicamente esortare il re al viaggio facendo anche osservare che persino la radunata di un esercito grande finché si volesse per i Paesi Bassi a nulla avrebbe giovato senza la comparsa personale del re. Nell’istruzione pel nunzio è detto che Filippo II era responsabile di tutte le conseguenze, che sarebbero derivate da ulteriore ritardo, poiché non soltanto andrebbero perduti per la Chiesa e per la Spagna i Paesi Bassi, ma non sarebbe mancato il peggiore contraccolpo sulle condizioni religiose di Francia e Inghilterra.1 Il conflitto, al quale ora si arrivò fra Filippo II e Pio V, non fu causato soltanto dal brusco contegno di Camaiani, ma, prescindendo affatto dalle altre differenze fra Roma e la Spagna, dalla circostanza che il re sentissi vivamente colpito dal dubbio espresso dal papa sulla serietà delle sue intenzioni circa il viaggio.2 Ciò dimostrano per l’appunto le enfatiche espressioni colle quali Filippo II fece assicurare d’essere pronto a comparire personalmente nei Paesi Bassi. In realtà egli pensava sì poco a mettersi in viaggio come a dar ascolto all’esortazione del papa di tentare coi neerlandesi ancora una volta la mitezza prima di usare la forza delle armi. Nel dicembre del 1566, un anno ricco di avvenimenti, Filippo prese la risoluzione che l’Alba dovesse espiare col ferro e col sangue i delitti commessi nei Paesi Bassi per alto tradimento contro Dio e il re, mantenendo insieme l’illusione che egli seriamente intendesse d’ andarvi lui pure e di esercitare grazia e che l’Alba venisse semplicemente mandato avanti per preparare l’arrivo del re.3 Agli 11 di gennaio del 1567 fu data al Requesens l’istruzione di comunicare officialmente al papa in questo senso le intenzioni del re.4 Frattanto a Roma era sorto il timore che il gabinetto spa-gnuolo meditasse di sottomettere intanto i Paesi Bassi soltanto sotto il rispetto politico tollerando provvisoriamente la novità religiosa. Contro tale modo di procedere Pio V elevò recisissima protesta5 ricordando le conseguenze che aveva recato simile contegno di Carlo V in Germania. Il papa, che fin dal principio ebbe in vista unicamente il lato religioso della questione neerlandese, opinava che esso dovesse andare sopra tutti gli altri, che si dovesse procedere con tutta forza e che ciò dovesse avvenire da parte del re personalmente. Nessun rappresentante poterlo sosti- 1 V. Corresp. dipi. I, 357 s. 2 Vedi Rachfahl II 2, 839. 3 Cfr. ibid. 4 V. Corresp. dipi. II, 16. 5 Cfr. ibid. 25 s., 52 s.