Ipocrite dichiarazioni di Massimiliano II. 449 Dopo le lunghe ed eccitate discussioni1 ch’erano avvenute il Commendone rimase altrettanto sorpreso che lieto quando in una udienza di due ore del 18 novembre ricevette dall’imperatore una dichiarazione oltremodo favorevole, ch’egli notificò subito a Roma e Monaco. La mia intenzione, così dichiarò Massimiliano, è sempre stata quella di promuovere la religione cattolica e specialmente dopo le pressanti e paterne esortazioni del papa ho pregato Iddio che m’illumini, e quindi ier l’altro sono venuto nella risoluzione di rinunziare del tutto alle discussioni della commissione di religione e di non ammettere neanche alla dieta di Linz dibattiti sulla questione religiosa. A corroborare la sua dichiarazione egli ricordò che aveva comunicato la sua risoluzione ai membri della commissione, li aveva licenziati notificando poi ai chiamati da fuori che non venissero perchè non avevano luogo ulteriori trattative. Disse poscia che aveva voluto comunicare tutto ciò al Commendone affinché questi lo notificasse a Roma e là attestasse che quale figlio devoto egli voleva assolutamente rispondere al desiderio d’un papa sì buono, che sinceramente amava. Alla domanda che quindi non occorreva che egli, il Commendone, si recasse a Linz, Massimiliano ripetè che di fatti non era necessario perchè ìà non si tratterebbe certo della religione: egli poteva assicurare il papa che l’imperatore era risoluto a servire di cuore Dio e la fede cattolica.2 Un esatto conoscitore della corte viennese, Martino Eisengrein, poco dopo l’arrivo di Commendone aveva espresso il timore che si sarebbe tentato di «gabbare con buone parole» anche quel-l’eminente diplomatico, « finché non si riescisse a farlo andar via ».3 L’opinione di Eisengrein era pienamente legittima: l’imperatore non aveva seria intenzione di adempiere ai desiderii del papa, anzi era sempre risoluto ad attenersi alla promessa fatta il 18 agosto ai seguaci della confessione augustana e soltanto a non concedere nulla di nuovo oltre a ciò. Egli ingannò il legato anche perchè gli tacque che prima di sciogliere la dieta aveva promesso ai nobili che insino al termine delle discussioni religiose non verrebbero disturbati nell’esercizio della confessione augustana sui loro possessi. La dieta dell’Austria superiore poi ai 7 di dicembre ricevette dall’imperatore la parola che ad essi pure doveva spettare 1 Cfr. Gkatiàni Epist. 396. 2 Tanto notificò Commendone con * lettera del 18 novembre 1568 al cardinale Bonelli (Archivio Graziani). Cfr. inoltre la «relazione di Biglia del !8 novembre 1568 (Biblioteca Alfieri in Asti, ora neU’Archivio di Stato in 'Torino), li prof. Dengel pubblicherà anche le relazioni. La lettera ad Alberto V del 20 novembre 1568, presso Hopfen 300 s. V. anche quella a Hosio Preso Cyprianus 485 s. Cfr. inoltre Venes. Dcpeschen III, 461 s. 3 Lettera del 5 novembre 156S, presso Hopfen 296. Pastor. Storia dei Favi, Vili.