Inizio ilei governo. 47 Se ciononostante continuarono i timori dei romani, la ragione stette nel fatto che con prove della sua bontà Pio V ne diede anche di grande rigore. Respinse tutte le suppliche sottopostegli per la firma dopo la sua elezione.1 I conservatori non furono ammessi al bacio del piede perchè durante la vacanza avevano tolta a Paolo Manuzio la casa, che ricoverava la sua stamperia. Accennò a rigidità anche la circostanza che nell’attribuzione di posti furono favoriti non gli aderenti di Pio IV, ma quelli di Paolo IV.2 Fu signicativa l’allocuzione, che il papa diresse ai cardinali addì 12 gennaio 1566 nella prima congregazione generale. In essa egli disse che intendeva trattarli non come suoi servi, ma come fratelli osservando però nello stesso tempo che all’origine e diffusione delle eresie aveva contribuito non per la minor parte la cattiva vita degli ecclesiastici. Esortolli quindi a riformare sè e i loro famigliari. Ove lo facessero, egli li contraccambierebbe.con favore e fiducia. Dichiarò essere suo pensiero di attenersi fino alla lettera alle prescrizioni del concilio, particolarmente quanto all’obbligo della residenza. E rivolgendosi ai cardinali, che erano protettori di particolari paesi, il papa disse che nulla chiederebbe per sè e pei suoi congiunti, ma soddisferebbe volentieri le domande dei principi in quanto però non contradicessero al concilio e alla riforma. Il suo pensiero essere rivolto a nient’altro, che a mantenere la pace fra i principi cristiani, ad annientare secondo la possibilità le eresie ed a procurare aiuto contro i Turchi. Pio V ascoltò pazientemente le domande dei singoli cardinali e le accordò per quanto possibile facendo tuttavia osservare che non conveniva alla dignità dei cardinali andare dal papa a dieci la volta: chiedessero udienza isolatamente; egli li riceverebbe volentieri a tutte l’ore. I cardinali poveri si rivolgessero senz’altro-a lui per aiuto.3 l’il gennaio 1566, Archivio di Stato in Firenze e la ‘relazione di Arco del 12 gennaio 1566. Archivio di Stato in Vienna. La ‘conferma di Annibaie von Hohenems dell’ll gennaio 1566, nell'Archivijo del Museo a Bregenz n. 109. 1 * « Electns noluit signare ullam supplicationem ». C. Firmantjs, Diarium in Misceli. Arm. XII, 31, p. 36, Archivio segreto pontificio. 2 V. le due t relazioni di Arco del 12 gennaio 1566 (in latino ed in italiano), Archivio di Stato in Vienna. Sulla questione dei romani con P. Manuzio vedi Rodocanachi, Capitole 118 s. ; cfr. Mèi. d'archéol. Ili, 269 s. 3 Colla relazione in Legaz. di Serristori 420 cfr. la * lettera di C. Aldro-vandi del 12 gennaio 1566, Archivio di Stato in Bologna, non che le due * relazioni di Arco del 12 gennaio 1566 e * quella di G. Cusano del 19 gennaio 1566, Archivio di Stato in Vienna. Erroneamente Laderchi (1566, n. 281 qualifica la riunione un consiMoriam ; la data erronea da lui indicata (11 gennaio) è tolta dal * Diarium del Firmaxus (loc. clt. p. 39b, Archivio segreto pontificio).