Importanza di Pio Y per le missioni. 509 Inoltre Pio V mirò a mettere le missioni in un rapporto colla Santa Sede più immediato, più libero dall’influenza dei sovrani laici. Da principio pensò di mandare nelle Indie una persona adatta, la quale dipendesse solo dalla Santa Sede e potesse intervenire negli affari coll’autorità di un nunzio.1 Il disegno fu però lasciato cadere perchè Filippo II non desiderava un nunzio transmarino.2 Al contrario andò in esecuzione un altro pensiero, molto felice : alla fine di luglio 1568 il papa istituì per promuovere e ulteriormente propagare la fede due congregazioni cardinalizie; l’una doveva considerare come campo del suo zelo i paesi degli eretici, l’altra le regioni ultramarine e le missioni ;3 risalgono dunque a Pio V gli inizi della congregazione di Propaganda, che più tardi spiegò un’azione così straordinariamente benefica. Fu Francesco Borgia quegli che in un’udienza del 20 maggio 1568 suggerì la congregazione per la conversione degli infedeli.4 II papa nominò come suoi primi membri i quattro cardinali Mula, Crivelli, Sirleto e Carafa: parecchi dei brevi pontifici sopra ricordati rimontano alla loro attività. È assai caratteristico, che in questi brevi si accentui sempre di nuovo che i missionarii debbano badare ad una istruzione profonda il più che sia possibile dei neoconvertiti. Fino allora si era rimasti contenti di missionarii erranti. I pochi araldi della fede, che ad es. nell’America meridionale si trovavano di fronte ad un mare di popolazioni, si sforzarono talvolta di apportare al maggior numero possibile di individui solo le nozioni cristiane più necessarie ; così si fa spesso parola di migliaia e decine di migliaia di battesimi, ma se si prescinde da eccezioni, come nel Messico, non si parla mai di proprie comunità cristiane sotto la custodia di curati d’anime stabili. Inoltre nel loro zelo ardente parecchi tra i missionarii poterono concepire il loro ufficio troppo dal punto di vista della loro santificazione. Secondo le massime del vangelo non ci può essere un’opera più sublime di carità verso il prossimo e verso Dio, che la cura della salute spirituale del prossimo, spedalini nte se viene esercitata con così eroici sacrifizi personali. Ora per le anime inclinate alla generosità c’era il pericolo che con- 1 Bonelli al Castagna, 21 aprile 1568, Corresp. dipi. II. 350 ss. 2 Castagna al Bonelli l’il giugno 1568, ibid. 390 ; cfr. 392. Il 1° ottobre 1568 Castagna 'riferisce al Bonelli elio il re ha fatto discutere, conue si potessero impedire le crudeltà verso gli indiani, se si dovesse designare un viceré ereditario e istituire (di nuovo) un patriarca per le Indie. L’ultimo quesito fu risolto negativamente, perchè il patriarca potrebbe essere tentato di sollevarsi contro il re e la Chiesa Romana. Ibid. 472. 3 Canisii Epist. VI, 581 ss. Borgia a Nadal, 2 agosto 1568, Nadal III, 625. Sacchini P. Ili, 1. 4, n. 129, donde Laderchi 1568, n. 206. 4 Testimonianza del Polanco, che era presente all udienza. Nadax III, 626 n. ; cfr. Sacchini loc. cit.