374 Pio V. 1566-1572. Capitolo 6 a. al di sopra delle spalle di Maria: ciò facendo un insolente mise la pistola spianata al petto della stessa regina. Riccio fu portato via ed ucciso. Maria fatta prigioniera nei suoi proprii appartamenti. I lord esigliati ritornarono. Come soleva nel pericolo, così anche ora la regina mostrò grande risolutezza e avvedutezza. Immediatamente dopo il delitto sanguinoso Darnley trovavasi poco sicuro fra quei selvaggi complici dell'assassinio e tornò ad avvicinarsi alla tradita regina, che coll’aiuto di lui riuscì ad allontanare i custodi ed a fuggire. Una volta in libertà, ella aveva guadagnato la sua causa: i congiurati presero di nuovo la fuga. Se i reali avvenimenti erano stati abbastanza terribili, le voci, che se ne sparsero all’estero, dovettero naturalmente arrivare fino al mostruoso. Si diceva che Darnley avesse ucciso la regina e fosse passato al protestantesimo.1 Perciò nel suo viaggio per Roma il vescovo Chisholm si fermò alcuni giorni a Lione fintantoché non ebbe sicure informazioni sul salvamento della regina. Arrivò egli a Roma alla fine d’aprile e con un lungo discorso informò Pio V dei pericoli, in cui s’era trovata la sua principessa unendo la preghiera che volesse aiutarla validamente.2 A Roma Chisholm trovò il terreno preparato nel modo più favorevole per la sua missione precisamente dagli ultimi eventi.3 Pio V versò lagrime quando sentì il caso di bisogno della regina, che egli non aveva i mezzi di sollevare.4 Fece tuttavia ciò che potè. Il papa limitò l’economia della propria casa ed anzi la propria tavola per avere la consolazione di essere venuto in aiuto di Maria con sacrificio personale.5 Addì 2 e 5 maggio scrisse ai re di Spagna e di Francia per ottenerne aiuto a favore di Maria.6 i Alava a Filippo II in data eli Moulins 26 marzo 1566, presso Polee.n 473. Requesens a Filippo II, 18 aprile 1566, Corresp. dipi. I, 188. Dell’apostasia di Darnley riferisce da Roma a Mantova anche C. Luzzara il 17 aprile 1566, Archivio Gota ¡saga in ¡Mantova. - I*oi.i.kn civ. Il discorso presso Beixesheim II. 448 ss. (colla data inesatta dell’11 aprile). Ctfr. anche Corresp. dipi. I, 253 e la * relazione di Arco (con Avviso annesso) in data idi Roma 27 aprile 1566, Archivio di Stato in Vienna. s Secondo una * relazione di Arco dei 18 maggio 1566 i suoi sforzi furono sostenuti dal cardinal di Lorena. Archivio di Stato in ‘Vienna. * «... dicen que suspiraba y le salían las lagrimas de los ojos, y dicien dolé alguno que Su Santidad too se fatigasse tanto, respondióle, como queréis que no me fatigue viendo en tal estado aquel reyno y no teniendo la man-, i 1 que querría para poderle ayudar ». Polanco da Roma 30 aprile 1566 in Aw>' ■ Bollanti. VII (1888), 55 ; cfr. Requesens a Filippo II, 31 maggio e 4 luglio 1¿>ü°-Corresp. dipi. I, 254, 281. = Polanco, 17 giugno 1566, in Anal. Bolland VII, 59. . e Ladeschi 1566, n. 369. La lettera a Filippo '31 ha data errata nella r-stampa di Ladebchi (Pollen 236). Fin dal 18 aprile 1566 Pio V aveva scrivere nello stesso senso a Filippo II dall’ambasciatore spagnuolo Beques^ (Corresp. dipi. I, 188). Il breve del 2 maggio fu mandato al nunzio Castag