Autodafé a Roma. 213 glio 1570. Prima di morire si confessò, invocò la Madonna e i Santi e fece professione della fede della « santa Romana Chiesa ».1 Mentre nel 1567 l’autodafé si compì a Roma tre volte e tre volte ancora nell’anno seguente, nella seconda metà del governo di Pio V non possono indicarsi che due simili solenni spettacoli.2 Dopo il già ricordato autodafé del 22 maggio 1569 molti cardinali e prelati tornarono a riunirsi nella Minerva solo il 3 febbraio 1572 per assistere all’abiura di 13 eretici, uno dei quali fu consegnato al braccio secolare e abbruciato il 9 febbraio con 4 donne. Tutti 5 si convertirono prima della morte.3 II 1571 vide 1 Così il registro della Confraternita di S. Giovanni Decollato (presso Omo 38 s. ; Fontana 158), che si prendeva cura dei condannati a morte. La relativa notizia sul Paleario, pubblicata la prima volta dal Lagomarsini (Pogiani Epist. II, 188), fu messa in dubbio o rigettata da scrittori protestanti, così ad es. da Bonnet-Merschmann 265, n., da Mendham, Life of Pms V 117, da Mac Csie ecc. Ma essa in primo luogo è incontestabilmente genuina (vedi Orano 38 s. e Fontana 158), nè è dato vedere a quale scopo il libro della confraternita l'avrebbe inventata. In 'esso eretici ostinati vengono o non affatto ricordati o qualificati come tali. Giustamente Bf.nrath (loc. cit. 605) dice : « questa ritrattazione in ogni caso non era avvenuta offlcialmente », ma anche nel registro della Confraternita non si sostiene una ritrattazione dinanzi al tribunale, e non si tratta che ;ldi semplice dichiarazione prima della morte, come ivi è narrato in molti casi : tale [pentimento ritardato poteva tutt’ al più avere come conseguenza il cambiamento della morte per fuoco nello strangolamento con seguente abbruciamelito della salma, ma non la grazia completa : « conviene riflettere che il pentimento, dopo la sentenza, si procura per la salute dell’anima, ma che non ha eifetto sulla salute corporale » (Fontana 159). È affatto incomprensibile come le ultime lettere di Paleario alla famiglia, affidate per la trasmissione precisamente a detta confraternita, debbano convincerne di menzogna la relazione (così Bonnet loc. cit.). Del resto Paleario viveva diviso dalla sua famiglia rigidamente cattolica, e pare che questa separazione non fosse meramente di luogo (Dini in Arali, stor. Ital. Ser. 5 XX [1897], 16). Mercè il de Thou si diffuse l’opinione che Paleario abbia subito la vera moirte dell’eretico per abbruciamento. Ofr. Laderchi 1569, n. 71 ss. 2 Poiché nè gli Avvisi di Roma nè le relazioni d’ambasciata a Vienna riferiscono di solenni autodafé per gli anni 1570, 1571 e nulla è da cavare in proposito dal catalogo della Confraternita di S. Giovarmi Decollato, può concludersene, che non ne avvenne alcuno. Pel 1570 Orano (ip. 36-40) oltre Paleario nota come giustiziato per la fede un certo Porroni da Roma, ch’era nelle prigioni dell’inquisizione, ma, come è detto espressamente, non come eretico (non come luterano), ed inoltre il poeta Niccolò Franco, che secondo errala notizia del libro della Confraternita fu impiccato per eresia e secondo tre altri testimoni (Bertoxotti, Martiri 51) per libelli (cfr. Scritti in onore di A. d’Ancona, 1901, 543 s. ; Cantù, Eretici II, 435), finalmente un francese, che Orano stesso non ardisce qualificare con sicurezza eretico. Del 1571 Orano (p. 40) nulla riferisce in generale e Bertolotti (p. 57-60) almeno nessuna esecuzione. Ij’* Avviso dell’8 luglio 1570 fa abbruciare in detto dì Altinio Paltoni, già lettore a Pavia. Urb. 1041, p. 307, Biblioteca Vaticana. 3 * Avviso di Roma del 9 febbraio 1572 (Urb. 1043, p. 31, ibid.). * Arco, n febbraio 1572, Archivio di Stato in Vienna. Bertolotti, Martiri 61 s. Orano 40-44. V. anche Amabile I, 315 s. Le quattro donne, secondo 1’ * Av-