Attesa di creazioni cardinalizie- 107 c. Pio V aveva già lasciato passare due anni del suo pontificato senza rivestire alcuno della porpora, eccezion fatta del nepote Bonelli. Non erano mancati tentativi per indurlo a nominare nuovi porporati. Conoscendosi i sentimenti del papa e sapendosi quali considerazioni facessero impressione su di lui, gli si rappresentò in quali indegne mani avrebbe potuto cadere il governo della Chiesa qualora egli non ponesse riparo a tempo e ingrossasse con pronte nomine il partito dei cardinali di sentimenti ecclesiastici. Ma neanche da tali osservazioni Pio V s’era lasciato spingere a passi precipitati. Un termine spirò dopo l’altro e uno dopo l’altro deluse le aspettative.1 Per il mercoledì delle ceneri del 1568 attendevasi con tanta maggiore tensione un completamento del Collegio cardinalizio perchè la prossima creazione poteva essere di decisiva importanza per la futura elezione pontificia. Fu significativo, per le idee che si avevano su Pio V, il fatto, che fra gli uomini della sua elezione si congetturassero sei frati.2 Le voci però svaporarono:3 le Ceneri avevano già deluso le speranze, allorché improvvisamente ai 24 di marzo si diffuse la notizia dell’elevazione di quattro cardinali : gli eletti sarebbero lo spagnuolo Diego de Espinosa, il francese Giro- 1 * « Si presentono pratiche di fare cardi* nuovi, et perchè l’humore del Papa non vi inclina, cercano di disponerlo con queste ragioni, et la pratica è giudicata da questi santocci et frati domestici del Papa, i quali vanno sforzandosi di dargli ad intendere che sapendo S. Stà quai siano que cardu che fanno pratiche di papato, et in ohe male mani oascheria il governo de la chiesa quando egli toccasse ad uno di questi tali, è opera degna et debita di lei di provedere a questo pericolo et danno de la sede apostolica. E1 modo de provederci è di fare sei over otto cardi» che impedissero queste pratiche presenti, di maniera che se quest’humore sarà pronto mosso et aiutato, o da la Mtà dell’imperatore o da altro principe, et massimamente dal re cattolico, si può tenere per fermo che a settemibre, o poco più la si ¡laveranno cardu vivendo però il Papa, il che negano questi astrologò i quali non vogliono che passi agosto». Luzzara al duca di Mantova. 25 maggio 1566, Archivio Gonzaga in Mantova. 2 * Avviso di Roma del 7 febbraio 1568, Uri. lOJfi, p. 485, Biblioteca yaticana. Coi-resp. dipi. II, lxxviis. Ai 10 di gennaio 1568 Arco si mostra in complesso ben informato sui candidati. Dovevano nominarsi per la Germania l'arcivescovo di Treviri o di Salisburgo o Oanisio, per la Spagna Espinosa, per ia Francia Souchier o Pellevé, per Boma Oarafa, Chiesa, Cesi, Melchiorri (vescovo di Macerata), Peretti, Giustiniani, il generale degli Agostiniani, Paolo d’Arezzo, Pavesi (arcivescovo di Sorrento). Ai 14 di febbraio Arco aggiunge «Ha lista anche Aldobrandini e Rusticucci. Canibii Epist. VI, 731 s. 3 * Avviso di Roma del 14 febbraio 1568, Urb. lWfi. p. 487, Biblioteca Vaticana.