Continuazione delle trattative per la lega antiturea. 541 dere il 20 ottobre i colloquii, ma senza il Soriano, assente per indisposizione. D’ambo le parti si protestò la buona volontà di concludere la lega, ma il principio della conferenza non corrispose a ciò. Soranzo pregò gli spagnuoli di comunicare letteralmente la decisione del re. Ma il Granvella dichiarò che era piuttosto compito dei veneziani esporre le loro difficoltà e dubbii. Soranzo rispose che, essendosi attesa per tre mesi la risposta del re, si aveva ora diritto di conoscere il tenore di questo documento. Granvella rimproverò ai veneziani di avere intanto trattato direttamente con Filippo II e elevato lagnanze sui capitoli. Dopo un dibattito vivacissimo gli spagnuoli lessero il memorandum, che la repubblica aveva mandato al suo ambasciatore accreditato presso Filippo II.1 In esso si moveva lagnanza sulla proposta che si stabilisse solo in ogni autunno la spedizione per la primavera seguente, sull’articolo concernente l’aiuto per un’impresa spagnuola nel Nordafrica, sulle censure ecclesiastiche, sulla posizione di Ragusa e sul contributo del papa nelle spese. Inoltre la repubblica esprimeva il desiderio di nominare il generalissimo per l’esercito di terra. Allora il Granvella notificò che i rappresentanti spagnuoli avevano sufficiente autorizzazione per decidere su tutti questi punti; i veneziani si provvedessero di uguale procura. Quand’eeco giungere, il 2 novembre, la notizia della caduta di Nicosia e della strana condotta del Doria. Il contraccolpo si rivelò subito nel contegno degli inviati veneziani. Soranzo ricordò la sleale condotta della Spagna nell’anno 1538.2 Per fortuna il 4 novembre giunse l’istruzione della Signoria di proseguire le trattative, ottenuta finalmente per le rimostranze del Facchinetti,3 e datata dal 28 ottobre. Senza maggiori difficoltà si fece l’aocordo sulle forze militari che si dovevano preparare. Si convenne definitivamente che dovessero essere pronte per il marzo 200 galere, 100 bastimenti da trasporto, 50,000 soldati a piedi e 4500 cavalieri con l’artiglieria e le munizioni. Poscia seguì un lungo dibattito sull’articolo, che ogni autunno si dovesse a Roma davanti al papa stabilire la campagna per la primavera. La discussione su questo punto fu continuata il dì seguente. Granvella dichiarò di aver espressamente dal suo re l’ordine di mantenere questa proposta. I veneziani chiesero ancora dieci giorni per risolversi; frattanto si doveva passare agli altri capitoli. Fu accettata la loro profferta di armare 24 galere, di cui il papa doveva sostenere le spese per 8 e la Spagna per 16 ; così pure la determinazione che a ciascun alleato, che in una circostanza facesse 1 Ora pubblicato in Gorresp. dipi. IV, 22 s. 2 Cfr. il nostro voi. V, p. 194. 3 Vedi Valettsise 88- s.