L’Alba nei Paesi Bassi. 331 sentimenti cattolici, riconosciuto il loro errore, s’erano ritirati dal compromesso ed anche in molte città era intervenuto un mutamento a sfavore dei novatori religiosi.1 Anche dopo lo schiacciamento della rivolta dei calvinisti scoppiata al principio del 1567 la quiete nel paese lasciava veramente a desiderare, ma una saggia politica avrebbe dovuto contentarsi di punire i caporioni, concedere amnistia agli sviati e attirare a sè gli elementi fedeli al re. Perciò Pio V consigliò con tanta insistenza che Filippo si mostrasse in persona e prima di usare la forza armata tentasse ancora una volta d’indurre colle buone gli erranti alla conversione. L’Alba, al contrario, fu mandato con l’incombenza non solo di sopprimere la novità religiosa, ma d’introdurre eziandio un sistema di governo, che annullava le libertà politiche e doveva rendere nemici della Spagna tutti, anche i cattolici devoti al re. I soldati dell’Alba, che infierivano come in un paese conquistato, fecero il resto per riempire la popolazione di disperazione e di odio contro la Spagna. In principio veramente tutto si piegò nel terrore dinanzi al capitano generale del re spagnuolo. La reggente già alla fine del 1567 prendeva congedo. Ma il duca sorpassò tutti i timori: all’imprigionamento di Egmont e Hoorn seguirono la istituzione di un tribunale eccezionale, il consiglio del sangue, l’apertura del processo contro gli Orange e loro soci fuggiti in Germania e passati apertamente al luteranismo ; poi dal febbraio 1568 esecuzioni capitali in massa e confische di beni. Migliaia di persone fuggirono.2 L’Orange e suo fratello si misero sulle difese colle armi sperando nell’aiuto dei principi luterani di Germania, dei capi degli ugonotti francesi e della regina d’Inghilterra, colla quale erano in rapporti da lungo tempo. Alba rispose il 5 giugno 1568 facendo giustiziare il conte d’Egmont e Hoorn. Indi entrò in campo contro i ribelli. Vinse Ludovico di Nassau il 21 luglio presso Jemgum sull’Ems inferiore rivolgendosi poi contro Guglielmo d’Orange, che nel settembre, quale campione per la « libertà della patria », tentò di penetrare con un esercito dal trevirese per la Mosa nei Paesi Bassi, ma l’Alba manovrò sì felicemente che il nemico dovette ritirarsi in fuga sfrenata. 3 L’Orange fuggì a Dillenburg; rimasero ora sotto le armi soltanto i gueux di mare. Il trionfo dell’Alba pareva completo. Persino Elisabetta d’Inghilterra felicitò Filippo II per la sua vittoria sui ribelli.4 A Madrid l’Alba notificò che dappertutto regnava quiete. Tuttavia 1 Vodi Eachfakl II 2, 769 s., 801 s. 2 Vedi Pirenne IV, 10 s. 3 Cfr. Bok, Lodewijk v. Nassau 160 s.; Franz, Ostfriesland und die Niederlande, Emden 1875, 24 s.; Teubner, Der Feldzug Wilhelms von Oranien gegen Alba im Herbst 1568, Halle 1892. 4 Vedi Blok III, 96.