La seconda missione di Commendone presso l’imperatore. 447' tuto coloro, che si sanno indovinati da Roma : il papa è mal informato: lo informerebbe meglio e gli esporrebbe che il suo passo era avvenuto colla migliore intenzione di ricondurre alla Chiesa i protestanti.1 L’imperatore s’illudeva grandemente, chè a Roma s’era ben edotti e perfettamente in chiaro sulla gravità della situazione: quanto era stato ottenuto dalla nobiltà della Bassa Austria non poteva a lungo andare rifiutarsi anche alle città e piazze : in conclusione, l’annientamento della religione cattolica doveva esserne il risultato finale. Tutti i tentativi di impedire la legazione del Commendone risultarono vani.2 Allorché gli fu consegnato l’ordine del papa, il Commendone trovavasi nella sua abbazia di S. Zeno in Verona. Accompagnato dal suo segretario Anton Maria Graziani e da Giovanni Delfino vescovo di Torcello egli si mise tosto in via verso il Nord. Sul Brennero il legato non convenientemente equipaggiato fu sorpreso da una bufera di neve per tre giorni : ciò non ostante, lnnsbruck era raggiunta già ai 13 d’ottobre. Ivi il Commendone si incontrò con Alberto V di Baviera ospite presso l’arciduca Ferdinando e con esso trattò minutamente della situazione.3 La continuazione del viaggio, compiuto sull’Inn, non potè iniziarsi per mancanza di battelli che il 16 e portò per Passavia e Linz a Vienna, dove il legato arrivò la sera del 28 ottobre. Il nunzio Biglia, ammalatosi in seguito delle eccitanti discussioni, non aveva potuto eseguire il suo disegno d’andare incontro al cardinale fino a Passavia.4 • Il Commendone ebbe una prima udienza dall’imperatore il 31 ottobre, una seconda il 3 novembre.5 Massimiliano cercò di giustificare al possibile la concessione fatta alla nobiltà di libero esercizio della religione secondo la confessione augustana colla buona intenzione di ovviare da un lato alla diffusione delle sètte protestanti e di riconciliare dall’altro alla Chiesa i luterani, come avevano già aspirato a fare Carlo V e Ferdinando I, sembrando che all’uopo il mezzo migliore fosse la confessione augustana in molti punti concordante colla dottrina cattolica. Commendone rispose che l’intenzione dell’imperatore era certo molto lodevole, ma che così sicuramente egli non avrebbe rag- 1 V. Vcnez. Depeschen III, 461, n. 1. 2 Vedi Schwarz, Briefwechsel 123. Corresp. dipi. II, 464, 482. 3 Cfr. Gratiatji Epest. 390 ss. ; Canisii Epist. VI, 223 s., 588 s. Schwarz ha pubblicato nella Festschrift ricordata a p. 446, n. 1, il parere del cancelliere bavarese S. Eck contro la tolleranza officiale del protestantesimo in Austria, che originò dalle conferenze tenute a lnnsbruck. 4 Cfr. Gratiani Epist. 390 ss., Colecc. de docum. méd. CHI, 23 e le lettere di Biglia nella dissertazione di Matr p. 391 citata a p. 451, n. 3. 5 V. Ycneg. Depeschen III, 461. Cfr. Gratiaxtjs III, 4.