Aiuti a Malta e all'Ungheria. Misure di difesa per lo Stato della Chiesa. 515 politiche erano allora ancor più sfavorevoli che durante il primo tentativo. Ben poco era da sperarsi tanto dall’imperatore quanto dalla donna intrigante, che dirigeva i destini della Francia. Il riaccendersi della guerra di religione in Francia paralizzò poi completamente le forze di questo regno. Similmente Filippo II vedeva tutte le sue forze impegnate nei torbidi dei Paesi Bassi e nella guerra contro i Mori: non senza acredine il re di Spagna fece rilevare in qual tempo inopportuno avveniva il progetto pontificio. In realtà Filippo tanto meno poteva allora pensare ad un’impresa all’estere, in quanto risultava un rapporto dei ribelli dei Paesi Bassi con gli ugonotti e le sue finanze erano del tutto esauste.1 Se il progetto della lega stette per due anni quasi compieta-mente a dormire,2 il papa però fece tutto quello che poteva per appoggiare l’imperatore finché durò la guerra in Ungheria,3 per aiutare i cavalieri di Malta4 e per premunire le coste dello Stato della Chiesa da un attacco degli ottomani e dei loro pirati. Erano tanto più necessarie speciali disposizioni a quest’ultimo riguardo, in quanto la flotta pontificia al tempo di Pio IV era stata annientata nella battaglia delle Gerbe. Già nell’agosto 1566 erano state prese precauzioni per proteggere le coste della Marca e Paolo Giordano Orsini fu messo a capo di quattromila uomini.5 II pericolò allora imminente da parte della flotta turca scomparve di nuovo, ma Pio V non desistette per altro dalla sua vigilanza. Nel giugno 1567 egli assunse tre galere di Andrea Doria, giacché l’unica 1 Vedi Heree loc. cit. 40 s. 2 Ofr. Serbano loc. cit. 38 s. , s Cfr. sopra, p. 442 s. * Il 12 ottobre 1566 * lo Strozzi avvisa, che i cardinali sarebbero chiamati a consiglio per procurare dei soccorsi per Malta (Archivilo di Stato in Vienna). Nel febbraio 1567 Pio V arruolò tremila uomini che erano destinati per Malta sotto il comando di Pompeo Colonna e Ascanio della Corgna (* relazione di B. Pia in data di Roma 15 febbraio 1567, Archivio Gonzaga in Mantova). Alla fine del 1567 l’isola parve di nuovo minacciata dai Turchi. La Valette chiese allora aiuto al duca di Anjou (v. la sua lettera del 3 no*-vembre 1567 presso Fixlon n. 2499); la Francia non fece nulla, ma Pio V ordinò il 28 ottobre 1567 un giubileo (* Bandi V, 1, p. 160, Archivio segreto pontificio) e già prima che giungesse a Roma il 19 dicembre il messo dei cavalieri (* relazione di B. Pia del 20 dicembre 1567 loc. cit.), provvide in vario modo ad aiutare (v. la * relazione di B. Pia in data di Roma, 29 novembre 1567, Archivio Gonzaga in Mantova, la * bolla del 18 dicembre 1567, Arm. Jf/f, t- 13, p. lllb, cfr. p. 113s., Archivio segreto pomltiìficio; come pure i brevi a Filippo II, Carlo IX e al doge di Venezia dell’8, 12 e 19 dicembre 1567, presso Gotjbatt 59 s., 61 s., 63 is.). Un * Avviso ili Roma del 28 febbraio 1568 annuncia che il jiapa ha permesso l’arruolamento di 1500 uomini nello Stato della Chiesa, dando loro una parte del soldo (Uri. 1040, p. 4S3*>, Biblioteca Vaticana). Per la, nuova città fortificata su S. Elmo a Malta Pio V regalò l’anno seguente 3000 scudi {* Avviso di Roma del 30 luglio 1569, Uri. p. 125b, loc. cit.). 6 V. Corresp. dipi. I, 321 e Gnoli, Viti, A ccoramboni 54.