Il cardinale G. A. Santoli. 115 e un altro pei Teatini. Furono stampati gli atti del sinodo da lui tenuto nel 1570.1 Distinguevasi fra i nuovi cardinali per non comune nobiltà di animo Giulio Antonio Santori.2 Di somma purezza di costumi e di vasta erudizione, Santori viveva rigidamente dormiva poco e faceva penitenze sull’esempio dei santi antichi; la sua ca.rità gli fece spendere nel tempo del suo cardinalato 70,000 ducati pei poveri, dei quali era considerato il padre.3 Come Burali, fu in origine avvocato, scambiò però ben presto questa carriera, col sacerdozio, salendo in breve tempo a vicario generale del vescovo di Caserta. Poiché impiegava tutte le sue forze contro l’agitazione protestante, allora forte colà, ebbe a sostenere molte calunnie ed insidie e non era anzi sicuro della vita.4 Nell’autunno del 1563 dovette cedere ai suoi nemici ed allontanarsi a Napoli, dove aiutò il cardinale Antonio Carafa. Ma là pure rinnovaronsi le persecuzioni. Morto il cardinale, il Santori visse ritirato, dedito alle opere di carità ed agli studii. Scrisse allora un’opera sui costumi degli eretici.5 Le sue cognizioni e il suo zelo nelle cose di fede furono quelli che avanti tutto lo raccomandarono a Pio V,6 il quale lo chiamò a Roma, lo fece consultore dell’inquisizione ed arcivescovo di Santa Severina. A fatica il Santori ottenne dal papa, che pure era un zelatore della residenza dei vescovi, il permesso di recarsi nella sua diocesi, ma era ancora, in viaggio a quella volta che raggiungevate un ordine pontificio di ritornarsene perchè Pio V intendeva elevarlo a cardinale e adoperarlo a servizio della Chiesa universale. Il Santori, quale erudito, possedeva, vaste cognizioni, in particolare in tutte le questioni liturgiche; era celebrato perchè leggeva molto e riteneva quanto leggesse. Applicò il suo sapere specialmente nel rifacimento del Rituale romano. Rigido con se stesso, era tale anche cogli altri :7 nel suo zelo per la riforma, della disciplina e la purità della fede egli era affine di spirito a Pio V. Come gli enumerati fino a qui, anche gli altri erano tutti uomini, della cui valentìa, il papa credette di poter fidarsi perche in mas- 1 Ciacokius III, 1053. Compósero biografie del Burali G. A. Cagnano, Roma 1649; G. B. Bagatta. Venezia 1698; G. Bonagua, Roma 1732. Clemente XIV proclamò beato il Burali ; v. breve del 13 maggio 1772, Sull. Rom. Contiti. IV, Roma 1841, 428. 2 Cfr. App. n. 90-95. 3 « Promoter delle opere pie et padre dei poveri » lo dice 1 autore della ” Kclatione fatta alVill. sig. card. cl’Este. line del 1599, Cod. 6619, p. 89b, Biblioteca di Corte in Vienna. 4 Cfr. il nostro voi. VI, 507. 5 Vedi Sartori, Autobiografia XII, 339. 8 Cfr. Bentivogli, Memorie, Amsterdam 1648, 62. ' V. la * Relatione p. 90, citata in n. 3.