2 36 rappresenta non la Regina degli angeli, ma la Regina nostra avvocata, la consolatrice degli utili tti, che accoglie le preci e le offerte dei miseri figliuoli d’Eya; le quali offerte sono simboleggiate in una manata di rose che la Donna divina tiene in un lembo della sopravveste, che tutta la copre dal capo alle piante, con bellissimo partito di pieghe, e che delle umane forme lascia quel tanto trasparire che necessario si rende all’effetto dell’arte, senza che l’occhio per quantunque rigido e scrupoloso trovi nulla a togliere od emendare, come appunto si conveniva a sì celestiale soggetto. La figura è in piedi stante e sott’esso a’piedi tiene il serpente. Il divino infante, il pargoletto Gesù, le posa in seno.sul braccio sinistro, e con questa mano ella regge pure il lembo della vesta che fa seno a’fiori, verso i quali il putto sJinchina, e n’alza una corona, l’emblema del rosario, mentre con l’altra mano accarezza il mento alla madre, quasi ad aiutar co’suoi vezzi le orazioni dei devoti. Belli in ambe le figure sono ¡ sembianti, e nel volto di Maria traspare quel raggio di divina bontà, che la fece intitolare il Refugio dei peccatori. D’ una perfetta bellezza sono pure i piedi e le mani, e tutto il nudo del bambino, onde volentieri ripeteremo che il professor Zandomeneghi e pel magisterio dell’arte e per la filosofia del