Francia e Spagna e l’elezione papale. 9 mentre durante la malattia di Pio IV nel 1563 il capo dei cardinali francofili, Ippolito d’Este, potè in modo affatto aperto aspirare alla tiara e osare la dichiarazione che questa volta non sarebbe mancato il successo ai suoi sforzi.1 Caterina de’ Medici sarebbe certo stata abbastanza soddisfatta d’un papa come Este,2 ma mancavano alla reggente i mezzi per far va.lere le sue intenzioni, perchè dei cardinali francesi il solo Reumano prese parte al conclave. La figlia di Caterina, Elisabetta, regina di Spagna, (jprcò tuttavia d’influire sul suo sposo secondo il sentimento francese.3 Nonostante tutte le sue negligenze Filippo II aveva tuttavia sul Collegio cardinalizio un’influenza maggiore di quajsiasi principe della cristianità,4 ma egli pure rinunziò a servirsene nell’elezione del nuovo papa. Filippo aveva però mandato addì 18 dicembre 1562 al suo ambasciatore Luis de Requesens una istruzione, nella quale era toccata anche l’elezione del papa e vi si diceva che avanti tutto si dovesse ottenere che fosse eletto un papa amante della, pace e pio, vale a dire quindi un pontefice che non facesse difficoltà politiche al re spagnuolo e che prendesse a cuore la riforma della Chiesa. Potersi sostenere l’elezione di Carpi, Puteo, M orone, Ricci e Dolera e doversi escludere il Cardinal di Ferrara e tutti i francesi. Allorché Pio IV decise a sfavore della Spagna la. controversia Der la precedenza fra gli inviati francese e spagnuolo, Filippo "ichiamò il suo ambasciatore, ma. lo trattenne a Genova e gli im-ose di comporre un pa.rere sulla prossima elezione papale e sulle aspettative dei singoli cardinali. Requesens soddisfece a questo incarico fornendo in una estesa scrittura una illustrazione di tutto 1 Collegio cardinalizio.5 Come il personaggio più importante del medesimo sembrava a lui senza dubbio il Morone. Requesens lo dipinge uomo vigoroso di soli 57 a.nni e svolge le seguenti considerazioni : Morone è una figura gradevole, dispone di grande espe- 1 * « ... Ferrara, il quale, per quanto intendo, si lasciava intendere di tenersi per certo il Papato; è però S. S. Illma ]>ersona da conoscere, se non in tutto, in parte almeno, le difficultà che ci haria, ma penso che lo faccia giudicanti» con questa opinione farsi favore, et mettere a qualcuno il cervello a partito. Intendo bavere fatto anco professione che si ereda che la riforma dispiaceva più a lui che alcuno altro, et se ne è lasciato intendere, et tutto giudico sia fatto per piacere ai cardinali giovani et perchè sperino nella larghezza sua ». Serristori, 3 dicembre 1563, Archivio di Stato in Firenze. Medie. 3283, p. 171. 2 Dksjariiins III. 521. Hii.i.iger 79. s Cfr. Dotjais, Les derniéres annécs d’Élisabeth de Valois, reine d’Espagner Toulouse 1896. 4 « V. M., a quien oy se tiene mas respecto ien el colegio que a ningun principe christiano ». Il Cardinal Paeheco a Filippo II, 20 dicembre 1565, Corresp. dipi. I, 51. 5 Lettera del 5 gennaio 1565, presso Döixingeb, Beiträge I, 571-588.