Stukely e i suoi progetti per l'Irlanda. 433 guerre interne, l’Inghilterra aveva eccitato al sommo Filippo coi suoi pirati e colla confisca di oro spagnuolo1 ed egli pertanto cominciò a piegare pian piano su altra via. Non aderì alle proposte di 0’ Gibbon sebbene l’arcivescovo addì 26 luglio 1570 lo spingesse ad affrettarsi e rappresentasse al re che più tardi con 100,000 uomini non si potrebbe venire a capo di ciò che allora poteva facilmente eseguirsi con 10,000,2 ma furono un primo segno dell’atteggiamento mutato i favori di Filippo II a un avventuriero col quale allora entrò in relazione alla corte spagnuola anche O’ Gibbon e i cui fantastici progetti divennero fatali, quantunque non ancora sotto Pio V, ma più tardi, per l’Irlanda e mediata-mente pei cattolici d’Inghilterra. Tommaso Stukely, figlio d’un cavaliere del Devonshire, uomo senza costumi e principii religiosi, aveva fino allora percorso il mondo in continui viaggi, risse e avventure, messo a disposizione di quasi tutti i re cristiani i suoi servigi, seguito ogni cambiamento di religione in Inghilterra sapendo però sempre magistralmente procurarsi denaro per la sua prodigalità e la sua sregolatezza, chè al suo primo comparire Stukely sapeva cattivarsi quasi ogni persona. Per un certo tempo egli esercitò il fruttuoso mestiere di corsaro alle coste d’America : catturato, sfuggì al suo meritato capestro per l’intercessione di Shane O’ Neill e continuò su suolo irlandese, fornito di raccomandazioni di Cecil, Leicester e Pem-broke, la sua antica vita. Da principio Elisabetta lo favorì : quando essa si alienò da lui, Stukely rapidamente risolse di veleggiare verso la Spagna per dedicare la sua spada alla liberazione della cattolica Irlanda al servizio di Filippo. Filippo non pensava a conquistare l’Irlanda, ma sentiva come continue punture di spillo le continue usurpazioni di Elisabetta: perciò era molto propenso ad appiccare in compenso un piccolo 0 grande incendio in Irlanda. Fece quindi venire 'a Madrid lo Stukely e lo colmò di denaro ed onori. Ben presto se ne fecero sentire le conseguenze a Londra in grado tale, che Filippo reputò bene di far tranquillare la regina mediante una lettera del suo segretario Zayas e di mandare Stukely con Don Juan contro 1 Turchi. Là il temerario spadaccino era al suo posto: si distinse nella battaglia di Lepanto guadagnando così un buon nome anche in circoli ecclesiastici. A lui ora Roma parve un campo di lavoro facilmente coltivabile: là egli pellegrinò a piedi nudi ai principali santuarii e mentre prima aveva invano insistito presso Pio V per essere assolto dalla scomunica largamente meritata colla sua vita precedente, ora in breve diventò considerato nel- 1 Cfr. sopra, p. 406. 2 Bellesheim II, 159. Pastor Storia dei Papi, Vili. 28