Invio di Giovanni Delfino presso l’imperatore. 459 Arco non lasciò alcun dubbio che il suo signore esigeva il ritiro della collazione del titolo.1 Pio V rispose il 24 febbraio 1571, molto temperato nella forma e senza derogare menomamente nella sostanza alla sua dignità, che aveva la coscienza di non avere intenzionalmente offeso i diritti dell’imperatore e dell’impero coll’elevazione di Cosimo, ma che intendeva sottoporre la vertenza a profondo e imparziale esame riferendosi alle osservazioni di Massimiliano e appianarla in modo accettevole all’imperatore. Al fine di disporre Massimiliano alla conciliazione, Pio V gli fece rappresentare che l’attacco dei Turchi minacciante pel momento Venezia poteva diventare pericoloso anche per lui: si evitasse pertanto ogni dissidio e disunione. Biglia fu avvertito di adoperarsi egli pure in questo senso,2 ma l’azione del nunzio non soddisfece in nessuna parte. A Roma gli si rinfacciava di avere nel dicembre dato relazione troppo favorevole ed a Firenze non re-putavasi sufficientemente risoluta la sua condotta. E poiché infine anche nella questione della guerra turca, per la quale il papa diede all’imperatore l’aspettativa di un soccorso mensile di 40,000 ducati nel caso che l’Italia rimanesse tranquilla, non potè ottenere alcun successo, la sua posizione era considerata scossa. 3 Già credevasi che ne fosse deciso il richiamo quando alla fine d’aprile del 1571 egli soccombeva ad una malattia maligna, la febbre petecchiale che allora infieriva a Praga.4 A Firenze avrebbero visto volentieri quale suo successore l’arcivescovo Verallo mentre all’ imperatore importava principalmente che non vi venisse chiamato un partigiano di Cosimo.5 La scelta del papa cadde sul vescovo di Torcello, Giovanni Delfino, che nel 1568 aveva accompagnato il cardinale Commendone nella sua legazione presso l’imperatore e che il Commendone ora raccomandò. Prima che Delfino si recasse al suo posto, Pio volle vederlo personalmente per esporgli a bocca i compiti che l’attendevano.6 L’istruzione scritta, che ha la data del 5 giugno 1571, 1 Vedi Schwarz, Briefwechsel 163 s. ; Bibi. 100 s. 2 Vedi Schwarz lou. eit. 169 s.: Bibl 105 s. Quanto vivamente la Curia fosse preoccupata dalla vertenza è dimostrato fra altro dalle lettere e pareri al papa sulla collocazione del titolo in T'aria polii, 79 (ora 80), p. 7 ss., Archivio segreto pontificio, ft molto diffuso manoscritto il * Dì scorso sopra l’autorità del Papa fatto in tempo che P. Pio insinui col titolo de Granduca (ti Toscana Cosimo de Medici, in Cod. TM>. 852, p. 219s. alla Biblioteca Vaticana e Inf. polit. XII, p. 244s della Biblioteca i|n Berlino. In Carle ßtrosz. I 1, 250 s. sono elencati iscritti relativi, dell’Archivio di St;ato in Firenze ., 3 Vedi Bibl 106 s. 4 Vedi Schwarz, Briefwechsel 171. 5 Vedi Bibi. 114, n. 5; Schwarz loc. cit. 177. 6 Vedi Schwarz loc. cit. 177; ibid. i brevi credenziali a Massimiliano II, ai?li arciduchi Ferdinando e Ciarlo, ed al duca Alberto A di Baviera in data