Visite del Commendone alle chiese e conventi di Austria. 451 legato riprese la via di Roma.1 Come attesta l’ambasciatore di Venezia, Commendone aveva lasciato a Vienna ottima fama e nulla trascurato che potesse contribuire all’edificazione del popolo.2 La sua partenza era stata differita perchè ricevette dal papa anche l’incarico d’approfittare della sua presenza per una visita delle chiese e conventi dell’Austria. Arrivate al principio di gennaio le credenziali necessarie all’uopo e dato anche dall’imperatore il suo consenso, il legato cominciò la visita colla città e diocesi di Vienna. Nel viaggio di ritorno egli’ continuò la sua opera a dispetto dell’infelice stagione. Oltre le chiese e conventi sulla grande via militare egli ne visitò anche di quelli giacenti molto discosto, come Gaming e Kremsmùnster. Commendone prese specialmente a cuore la visita nell’Austria superiore. Nell’ultima settimana di febbraio trovavasi a Passavia e visitò poscia alcuni conventi ancora nel salisburghese. Dappertutto egli s’adoperò per mettere in valore ed inculcare i decreti del concilio di Trento. Che se tuttavia non si raggiunsero successi più profondi, ciò dipese principalmente dal breve tempo di cui egli disponeva. Solo per via di lungo e ripetuto lavoro potevano togliersi inconvenienti che s’erano insinuati da secoli.3 Partito il Commendone, le relazioni colla Santa Sede vennero di nuovo procurate dal nunzio ordinario Biglia. Lo sforzo di questo diplomatico di mantenere relazioni passabilmente buone fra imperatore e papa, era tanto più difficile perchè la condotta di Massimiliano cogli Stati della Bassa Austria contraddiceva diretta-mente alle dichiarazioni fatte il 18 dicembre 1568 al Commendone. L’irritazione per ciò di Pio V fu sì grande da pentirsi dell’aiuto prestato a Massimiliano contro i Turchi.4 e clie la commissione trattasse. Ciò è stato concesso. Se per maggior sicurezza a Roma si vuole una promessa scritta, autografa dell’imperatore, che per 1 avvenire non accorderà simili richieste dei suoi sudditi, se n’attenda il momento opportuno, quando cioè sarà chiesta la dispensa pel matrimonio della figlia dell’imperatore con Filippo II. Archivio Graziani a Città di Castello. 1 Vedi Gratiam Epist. 434s.; Venez. Dcpeschen III, 465. Cfr. Hopfen 146s. per il giudizio sili doppio giuoco di Massimliano. Anche Ritter (I, 406) dice-che Massimiliano ingannò le potenze cattoliche. 2 V. Venez. Depeschen III, 465. 3 Sulla visita 'del conventi e chiese fatta dial Commendone nell’Austria inferiore vedi Stabzes in Blätter des Vereins für Landeskunde für Niederösterreich XXVI (1892), 156 ss. sulla visita nelle diocesi di Passavia e Salisburgo M'yr in Studien und Mitteil, aus dem Benediktiner-uncl Zisterziensrordeiv 1^93, 385 ss. Cfr. anche Hopfen 312 ss. 4 Cfr. Tiepolo 187. Dalla sua relazione del 2 luglio 1569, presso Hopfen 323 s. appare come Arco cercò di tranquillizzare la Curia. Cfr. ibid. 152, 154 s. sull’inganno fatto dall'imperatore ai principi cattolici e al papa. Dalia relazione di Zilniga del 28 luglio 1569, Corresp. dipi. Ili, 118, risulta come Pio V giudicasse Massimiliano.