268 Pio V. 1566-1572. Capitolo 4 a. cercò di ottenere anche la concessione della Buia de la Cruzada. L’ambasciatore ordinario spagnuolo, Luis de Requesens, giudicò a ragione inopportuno simile modo di agire, pensando egli, da quello sperimentato politico che era, doversi prima eliminare le giuste lagnanze del papa per le usurpazioni delle autorità spa-gnuole nel campo ecclesiastico: Requesens mise energicamente in guardia dal trattare i negozi sotto un sì « santo papa » come quello d’allora alla stessa guisa o anche peggio che al tempo dei papi del rinascimento.1 Requesens predicò a orecchi sordi. Nè furono ascoltate le lamentele di carattere ecclesiastico di Pio V, nè ci fu modo d’ottenere rapida decisione dell’affare Carranza. Anzi persino di fronte a un modestissimo desiderio del papa a favore della sua patria, Bosco, che, come osservava Requesens, non costava nulla al governo spagnuolo, fu opposto un rifiuto.2 Sbagliò tuttavia Requesens quando credete che il papa avrebbe concesso la Cruzada solo che la Spagna avesse soddisfatto quel desiderio. Pio V non si lasciava determinare da simili cose nelle sue decisioni. Il suo rifiuto a concedere la Cruzada aveva il suo fondamento unicamente nei numerosi abusi, che v’erano connessi.3 Ciò che poteva, egli concedeva. Così già ai 16 di marzo del 1566 accordò la prelevazione per altri cinque anni del sussidio imposto agli ecclesiastici, che procurava al governo spagnuolo 400,000 scudi d’oro.4 Il papa s’indusse alla cosa contro il consiglio dei cardinali e senza chiedere per questa importante concessione una qualsifosse regalia di compenso al tesoro papale.s Di fronte a ciò come sa di meschino vedere Filippo II sostenere in quel tempo i Certosini spagnuoìi, che ricalcitravano a dare conforme all’ordine di Pio V, un contributo per la costruzione della chiesa di S. Maria degli Angeli a Roma!6 Anche relativamente alle somme, che la Fabbrica di 1 V. l’interessante lettera eli Requesens a Juan de Ztìfiiga In Colcoc. de docum. inéd. XCVII, 371 s. La lettera non ha data, ma è del luglio 1566 perchè la partenza dell’Aguilar avvenne il « 18 del mese scorso », cioè di giugno (v. Corresp. dipi. I, 25, n. 1). Ofr. anche Corresp. dipi. I, 253, n. 2. 2 V. la lettera or ora ricordata di Requesens. Sulla faccenda v. Corresp. dipi. I, 109, 148, 219. Cfr. ibid. IV, 41 s., sul contegno di Filippo II verso il maggiordomo del papa, Fr. de Reinoso. 3 V. la * relazione di Arco del 22 maggio 1566, Archivio di Stato in Vienna. Cfr. il memoriale de 11565 in Corresp. dipi. I, 443s. 4 V. * Indice de las concessiones que lian heoho los Papas de la Cruzada, Sussidio y Escusado nell’Archi v io d e Uì Ambia sciata spagnuola in Roma. Testo della * bolla per la prorogati«) sub si dii, in data 16 marzo 1566, nel Fondo Borghese I, 145-147, p. 54, Archivio segreto pontificio. Cfr. ancae Corresp. dipi. I, 90, 114, 131. 149, 152, 193 s. 5 A ragione il Serbano (I, xlvii) rileva la cosa come prova di quanto fin dal principio Pio V si sforzasse per mantenere buoni rapporti con Filippo II- s V. le relazioni di Castagna del 12 maggio e 11 agosto 1566, Corresp. dipi- I, 235, 302. Cfr, anche il nostro voi. VII, 576 e sopra, p 84.