8 Pio V. 1560-1572. Capitolo 1 a. saj-ebbe stato gradito all’imperatore, potendone sperare la concessione del matrimonio dèi preti.1 Cosimo de’ Medici adoperossi molto per ottenere decisivo influsso sullo svolgimento dell’operazione elettorale. In soccorso del suo inviato romano ordinario Serristori mandò lo scaltro Bartolomeo Concini,2 mentre un altro agente, Nosti Camaiani, s’era fatto rinchiudere coi cardinali sotto la. maschera di conclavista.a Inoltre Cosimo poteva contare sul giovane figlio, il cardinale Ferdinando de’ Medici e su Niccolini, che s’era assunto di sostenere le mire del duca. Capo del partito fiorentino era certo lo Sforza. Cosimo aveva recisamente dissuaso l’imperatore dal favorire un cardinale d’origine principesca o molto distinta, quindi ad esempio Este, Farnese, Madruzzo o Morone, per la ragione che tali persone, come insegnava l’esperienza, in quanto papi erano sta.te propense a mettere tutto a soqquadro pur di elevare lo splendore della loro casa. Meno degni di fiducia erano agli occhi del duca Pisani e Mula perchè veneziani, Reumano perchè francese e Ghislieri perchè, sebbene di vita esemplare, era però ostinato e rigido. Raccomandò invece all’imperatore i cardinali Cicada, Dolera, Bon-compagni, Niccolini, Grasso, Ricci e Ferreri,4 ma poi in minute trattative coll’Arco si decise per Ricci, il cardinale di Montepulciano.5 Degli altri principi italiani il duca di Urbino lavorava contro Ricci, il duca di Savoia pel cardinale di Vercelli, Pier Francesco Ferreri, e pel Morone.6 La politica francese poteva ripromettersi sì poco come l’imperiale una particolare influenza in conclave. Gli è bensì vero che sotto Pio IV era considerevolmente cresciuto nell’eterna città il credito della Francia :7 ne è la più evidente prova la controversia per la precedenza, degli ambasciatori spagnuolo e francese, che nel 1564 il papa, appianò a favore della Francia costringendo con ciò alla partenza l’ambasciatore spagnuolo Requesens, che già prima a.veva rappresentato al suo re, ch’egli doveva fare serii passi perchè non dovesse sparire l’influenza di Spagna in Roma,8 i Requesens, 30 dicembre 1565, Corresp. dipi. I. 67. - Petrucelli 176. Hilligeb 95. Cosimo a Borromeo, 11 dicembre 1565, presso Sala, Docum. Ili, 370. 3 Petrucelli 176. i Bibi, Korrespondenz I, 331 ss. 5 Bibl, Korrespondenz I, 333, 366. Hilliger 99. * Il cardinale Gonzaga fa comunicare a Mantova, che il duca favoriva Ricci, Dolera e Niccolini ; che quest’ultimo veramente gli sarebbe di più caro, ma Ricci è « pift riuscitole » (Fr. Tosabezzo al duca di Mantova, 15 dicembre 1565, Archivio Gonzaga in Mantova). * Non vorria [Cosimo] ne Morone ne Farnese». Il Cardinal Gonzaga presso Tosabezzo, loc. cit. 6 Requesens, 30 dicembre 1565, Corresp. dipi. I, 67. 7 Corresp. dipi. I, 66 ss. « Ibid. 62 ss.