436 Pio V. 1566-1572. Capitolo 7 a. fu tutt’altro che contento dell’elezione di Pio,1 ma riconoscendo quanto importasse la benevolenza del papa per la concessione dell’aiuto contro i Turchi, si diede attorno per mantenere buon accordo con lui. Nella sua prima lettera a Pio V, che ha la data del 24 gennaio 1566 e fu trasmessa a Roma per un corriere speciale, Massimiliano protesta quanto segue: «Mai mancherà da parte nostra la nostra figliale obbedienza verso Vostra Santità nè i servigi, che debbono aspettarsi dal protettore e difensore della Chiesa ; nulla ometteremo di tutto ciò che da parte nostra in virtù dell’ufficio imperiale deve e può farsi a vantaggio e utile della cristianità ».2 Queste parole potevano ricevere valore solo da fatti corrispondenti. Ora fu cosa da svegliare poca fiducia che Massimiliano cercasse fino all’ultimo momento di mandare a vuoto l’invio del Cardinal Commendone già da Pio IV destinato legato per la dieta d’Augsburg del 1566.8 Commendone era un personaggio distinto sotto tutti i rispetti. Tutti i contemporanei s’accordano nel lodare gli splendidi pregi del suo spirito e del suo carattere. Egli conosceva esattissimamente di propria vista le condizioni ecclesiastiche e politiche di Germania, era amico della casa di Habsburg e profondamente penetrato della necessità di buone relazioni fra imperatore e papa; ma nello stesso tempo era di sentimenti rigidamente ecclesiastici oltreché non un ambizioso, che ponesse le sue mire sopra quelle della Chiesa.4 Fin dai primi giorni del suo pontificato Pio V si era occupato delle faccende tedesche incaricando di discuterne addì 12 gennaio 1566 i cardinali Morone, Farnese, Borromeo e Delfino. Il 19 risolse di formare una speciale congregazione coi suddetti e coi cardinali Galli, Marco Sittich, Madruzzo e Reumano non che col veluti infideles seu liaeretici perditissimi, ut est Palatinus, sacramentarli, impii trinitarii et anabaptistae. Nam isti non tantum nocere possunt, cum ab omnibus vitentur veluti qui ‘impii et Inanifeste infideles existimantur ; sed illi. qui in aliquibus sunt baeretici, plus nocere possunt, ex eo quod nobiscum in pluribus ritibus conveniant». Studi e docum. XXIII, 339. 1 Vedi Seri warz, Briefwechsel 2-3; Helliger 151; Bibl, Erìieìnmg 21: Dengel V, 33, 34, 35. 2 Vedi Schwarz loc. cit. 41. s V. ibid. vii ; Hopfen 131, 232 s. ; Deitoel V, 413. * Sarebbe lavoro molto vantaggioso una biografia del Commendone. Kieco materiale all’uopo trovasi nell’Arcliivio segreto pontificio e specialmente nell’Archivio Graziani a Città di Castello. Sui materiali ivi custoditi si basa la Vita Commendarli di A. M. Gbatiani, Parisiis 1569 (tradotta in francese da Fléchier, Paris 1694 e Lyon 1702), che, produzione degna di nota pel suo tempo, non basta più alle esigenze odierne. Una * redazione della Vita Commendimi del Oraziani diversa dalla stampata è nell’Archivio Gra- ziani.