Riforme degli Ordini, specialmente in Ispagna. 175 sordini. Era obbligo del nunzio di esaminare gli atti delle visite e di procedere con gravi e le più gravi pene contro maggiori abusi. Una bolla di riforma del papa cercò poi di stabilire sane condizioni per l’avvenire.1 Contro simili difficoltà urtò la riforma dei conventi francescani del Terz’Ordine. Qui trattavasi di veri religiosi perchè gli abitanti di questi conventi facevano in maggioranza veri voti religiosi, ma la loro vita era sì poco edificante, che il papa pensò di abolirli. Da principio, in seguito a insufficienti informazioni, Pio V li aveva considerati come gente di mondo ed aveva disposto il completo discioglimento delle loro comunità. Dietro reclamazione del provinciale Gordillo egli ritirò questo provvedimento sostituendolo coll’esortazione di abbracciare la regola dei Francescani Osservanti e mettendo a disposizione di coloro che non fossero a ciò disposti alcuni conventi, nei quali potessero vivere fino alla morte, ma senza il diritto di accettare novizi. A Filippo II non piacque questo provvedimento pontificio e cercò di differirne l’esecuzione per riuscire poi a guadagnare finalmente il papa alla totale abolizione dei Tercerones, ma Pio V rimase fermo e da ultimo dopo molte lungaggini il negozio fu terminato conforme alle sue disposizioni.2 Sebbene avesse egli stesso chiesto l’intervento del papa per gli Ordini spagnuoli, pure Filippo II non fu di poi contento di tutti i provvedimenti pontifici. Così in una lettera al suo ambasciatore in Roma Zúñiga si lagnò amaramente perchè nè a lui nè al Zúñiga avesse il papa dato comunicazione in precedenza dei brevi sui Premonstratensi.3 Nè approvava che i Carmelitani, Trinitarii e Mercedarii dovessero essere riportati su altre vie precisamente da domenicani. Pio V tuttavia mantenne la sua disposizione per il motivo che i vescovi avevano già abbastanza da fare coll’amministrazione dei loro vescovadi e non capivano nulla di vita e regole religiose.4 Allorquando il re ritornò al suo antico desiderio che i Cisterciensi spagnuoli venissero separati dall’Ordine principale ed elevati a congregazione propria, il papa non aderì neanche a questo.3 Del resto a Roma si dovette a ragione elevare lagnanze su soverchie intromissioni usurpatone di Filippo anche nella questione degli Ordini : aveva egli, ad es., mandato al capitolo pro- 1 Cfr. Corresp. dipi. IV, xxxvm-xu. Su riforma di altri Ordini cfr. * breve del 13 luglio 1568 sugli Agostiniani in Aragona, * del 3 novembre 1569 ai vescovi di Valencia e di Segovia sul convento delle monache I>as Huelgas nel vescovado di Burgos ecc. Archivio dei Brevi in Roma. 2 Corresp. dipi. IV, x:li-xi.v; cfr. Waddino XX, 459. 467, 469. 3 Lettera a Ztiniga da Cordoba 30 marzo 1570, ibid. Ili, 283. 4 Bonelli a Castagna, 16 dicembre 1569, iliid. 201 ; cfr. 262, 323. s Bonelli a Castagna, 29 aprile 1570, ibid. 263. Già soto Pio IV s’era lavorato alla spedizione dei Cisterciensi spagnuoli da Morimond ; ibid. I, 305.