Il processo di Carranza e il cesaropapismo spaglinolo. 247 nell’antico Testamento accadde al re Ozia1 allorché volle offrire l’incenso assegnandosi così cosa esclusiva del sacerdote.2 La conclusione della scrittura fa risaltare la diligenza, con cui a Roma era stata trattata la causa del Carranza. Il papa in pex--sona fu presente all’intiera lettura degli atti. Quando risultò che in Ispagna l’arcivescovo non era stato esaminato a sufficienza, egli costituì dei consultori con spagnuoli e italiani, i quali per più di due mesi interrogarono Carranza diligentemente su tutti i punti principali. Oltracciò il papa più volte mandò in Ispagna, prese informazioni e investigò gli scritti dell’arcivescovo :3 a Roma furono esaminati parecchi suoi appunti, che in Ispagna erano stati lasciati da parte o rimasti ignoti. Quanto al modo, con cui dovesse procedersi nel dibattimento, il papa fece parlare tutti i partecipanti al medesimo : in consultazioni comuni furono discussi i punti controversi, su ogni singolo punto il papa s’è fatto esporre le opinioni di tutti e finalmente nella propria stanza di lavoro ha visto tutto personalmente. Sono scorsi frattanto tre anni e spera quindi che la sentenza finale sarà trovata giusta non solo dinanzi a Dio, ma anche agli occhi degli uomini.4 Non ostante questa calzante confutazione Filippo II perseverò irremovibile nella sua concezione. Zuniga ricette l’incombenza di elevare pubblica protesta ove la sentenza finale del Carranza fosse d’assoluzione o non venisse presentata al re prima della pubblicazione.5 Agli occhi di Filippo II Pio V continuava ad essere prevenuto a favore dell’arcivescovo.6 Zuniga dovette tornare sempre a rinnovare le precedenti pretese spagnuole e fece tutto quanto gli era possibile allo scopo di disporre a favore delle medesime il papa, al quale un giorno disse che non lasciasse scendere sulla sua fama la macchia che sotto di lui cardinale fosse stato assolto un uomo come Morone, e sotto di lui papa l’arcivescovo di Toledo. Non difettava questa osservazione di avveduto calcolo, poiché Zuniga sapeva che Pio non era del tutto tranquillo in coscienza per l’assoluzione del xVIorone.7 In varii punti il papa soddisfece alle richieste del re. Non aderì però alla proposta più volte ripetuta che si facesse entrare 1 Parai. 26, 16 ss. 2 Corresp. dipi. Ili, 287. s V. sopra, p. 238. * Corresp. dipi. Ili, 387 s. s Ibid. IV, xxii, xxiv li. 6 Zúñiga, 13 luglio e 12 ottobre 1571, ibid. 388, 472 . 7 « que no dexasse tal memoria de si corno seria que fuese absuelto, siendo cardenal, un hombre como el Cardenal Moran, y siendo pontífice, el Arzobispo de Toledo. Muevele en gran manera la conscientia