La questione ebraica e gli editti relativi del papa. 229 Giovenale nella sua 14a satira parla della divinazione delle giudee a Roma. Di frequente compaiono nel periodo del rinascimento ebrei quali maghi e necromanti. Nella commedia dell’Ariosto li Negromante l’eroe è un giudeo cacciato dalla Spagna, che fa uso delle sue arti per sfruttare amanti infelici o appassionati.1 Oltre a tentativi in arti magiche quella bolla rinfaccia ai giudei anche molti altri delitti. Secondo la medesima essi sono usurai e dissanguano cristiani bisognosi. Essi offrono nascondigli a ladri e briganti e loro facilitano la vendita del bottino facendo da manutengoli. Nei loro giri per le città come mereiai ambulanti fanno servizio da ruffiani, e così hanno mandato in perdizione parecchie donne oneste. In generale essi odiano il nome cristiano e cercano di rovinare proditoriamente quanti lo portano.- Parecchi degli editti di Pio V sugli ebrei diventano comprensibili quanto all’occasione ed allo scopo se tenuti in relazione con queste accuse. Se il cardinal Bonelli nel 1569 fece loro confiscare tutti i libri per veder chiaro sui loro privilegi relativamente all’esazione degli interessi,3 se un anno dopo tali privilegi furono dichiarati estinti e gli ebrei vennero sottoposti al tribunale comune per gli usurai,4 le sono misure queste che non abbisognano di spiegazioni e certo con altrettanta chiarezza risulta perchè precisamente agli ebrei fosse vietato di entrare nelle case delle meretrici o di permettere a queste l’ingresso nelle loro case, botteghe e officine3 o perchè dovesse per l’avvenire concedersi in Roma il mestiere di merciaiuolo ambulante solo ad ebrei, sulla cui condotta morale s’avesse sufficiente sicurezza.6 Pure da sè si spiega che nei medesimi non si presupponesse coscienziosa osservanza delle leggi ecclesiastiche sui libri e che perciò si per- x Cfr. Burckhardt, Renaissance II10, 268, 275 s., 373. V. anche l’esempio ilei tempo di Paolo III, addotto nel voi. VI, 251, n. 1. Gregorovius (Wander-jnhre in Italien I 2, Leipzig 1864, 75) a spiegazione della bolla di Pio V adduce il fatto che « oggi pure donne ebree a Roma portano segretamente nelle case ¡irti magiche e filtri amatori! ». 2 Bull. Rom. VII, 740. 3 * Avviso di Roma del 15 gennaio 1569, Uri). 101,1, p. 4b, Biblioteca Vaticana. Decreti dei cardinali Saraceni e Sirleto dell’ll te 16 ottobre 1567, presso Rieger II, 167. 4 * Avviso di Roma del 20 settembre 1570, loc. cit. 342 s. Un decreto papale flell’8 ottobre 1566 permise loro un frutto, che secondo il nostro modo di esprimere importerebbe il 12 %. (Vernf.t in Université cathol. 1S95 II, 108, n.). Sull’enorme tassa dell’interesse presso gli ebrei dei secoli xv e xvi cfr. Eriger in Arda,- fiir katfiol. Urchenrecht LUI (1885). 5, 11.' 37. Anche nel 1569 avverossi la riscossione del 20 % (Rieger II, 167). Gli ebrei, dice Sadoleto nel 1539, son i padroni dei cristiani e ogni dì tolgono all’uno o all’altro il isuo avere e lo costringono ad emigrare (Erler loc. cit. 41). 5 Ferraris, Proni pia BiUiotheca IV, s. v. Helrraeus n. 25. Erler loc. cit, 52. 6 * Avviso di Roma del 17 agosto 1566, Uri). 101,0, p. 275b, Biblioteca Vaticana.