Riforme degli Ordini, specialmente in Ispagna. 171 In parecchi casi, al fine di rendere più semplice il governo e con ciò la riforma di certi Ordini, Pio V riunì col tronco principale i varii rami d’un medesimo Ordine. Così, coll’intenzione originaria di ricondurre a maggiore rigore la vita monastica, a lato dell’Or-dine servita s’era formata una speciale congregazione di Serviti e per la stessa ragione erano sorti in seno dell’Ordine francescano gli Amadei ed in parte anche i Clareni,1 ma coll’andare del tempo la decadenza era entrata anche in queste congregazioni e perciò Pio V abolì nei due casi la separazióne dall’Ordine principale. -Per la riforma di quelle congregazioni francescane adoperossi particolarmente il Borromeo, che però solo dopo lungo tempo e dopo aver vinto una pertinace resistenza riuscì a riunirle cogli Osservanti. 8 Speciale sollecitudine rivolse Pio V subito dopo la sua nomina agli Ordini spagnuoli. L’impulso era partito in proposito da Filippo II. Ancora prima che il concilio di Trento avesse emanato le sue prescrizioni sulle comunità religiose, il re spagnuolo n’aveva già preso in considerazione il riordinamento. I suoi sforzi miravano in particolare a rendere gli Ordini nei suoi paesi indi-pendenti da superiori residenti all’estero. Le ragioni che move-vanlo a questo desiderio fondavansi in primo luogo in reale zelo religioso. Per l’Ordine di Calatrava ad es. il superiore veniva eletto dall’abbate cisterciense di Morimond, la cui scelta cadeva quasi sempre su un francese, il quale non capiva lo spagnuolo non conosceva le condizioni dei suoi sudditi e non poteva quindi eliminare i mali che vi si erano infiltrati. I conventi francesi inoltre erano variamente decaduti, talvolta infetti da idee delle nuove credenze tanto che a ragione Filippo non si aspettava gran che di bene dall’unione colla Francia. Certamente considerazioni pure d’altra natura esercitavano il loro influsso sul re. Parecchi conventi in Navarra ed Aragona dovevano fare pagamenti alle abbazie-madri francesi, con che era offerto ai re francesi un appiglio per immischiarsi in cose spagnuole.4 Nel 1560 pertanto il re ottenne da Pio IV per l’Ordine di Calatrava l’indipendenza da Morimond. Simili piani proseguì egli per i Cisterciensi di Navarra e d’Aragona, più tardi, nel 1564, pei Tri-nitarii e lo stesso anno pei Carmelitani, che non dovevano dipendere che di nome dal loro generale in Italia. Secondo la volontà 1 I Olareni sorsero nel 1294 ; il fondatore degli Amiadeisti morì nel 1482. 2 Bolla sui Serviti del 5 maggio 1570, Bull. Moni. VII, 817 ; sugli Ama- deisti ecc. del 23 gennaio 1568, ibid. 651. Sala, Docum. I, 190 ; cfr. Holzapfel 138 ; Waddino XX, 445. 447, 461, 476. s Laditrchi 1568, n. 34. Bascapè 1. 2, c. 5, p. 36. Ioanni de Stronconio O. Min. sulla riforma dei Clareni. 1“ agosto 1567, presso Wadding XX, 445. * Serrano in Corresp. dipi. IV, xxix.