430 Pio V. 1566-1572. Capitolo 6 c. fittaiuolo di Norfolk detto Higford fece spedire in primo luogo la somma a Bannister, il quale pure era in relazione con Norfolk quale suo amministratore. Il messo, al quale era stato detto che trasportava argento, restò sorpreso del peso della sua spedizione, l’aprì, trovò oro ed una lettera in cifra e subito ne riferì a Bur-ghley. Higford dovette ora dar lettura della cifra, Bannister e Barker segretario di Norfolk vennero citati e confessarono quanto sapevano. Ma Barker sapeva molto perchè era stato l’intermediario fra Leslie, Ridolfi e Norfolk. Così la congiura finì : Ridolfi si guardò bene dal rimettere piede in Inghilterra. Norfolk venne di nuovo portato nella Torre il 7 settembre 1571, finendo sul patibolo il 2 giugno dell’anno seguente. Invano Leslie appellò ai privilegi degli ambasciatori onde sfuggire alla prigionia e si salvò dalla tortura solo in virtù di ampie confessioni. L’ambasciatore spagnuolo fu scacciato e Burghley si permise lo scherzo di far condurre a Calais proprio da Hawkins l’ambasciatore tuttora senza sospetti.1 Durante tutto il tragitto lo scaltro filibustiere potè appena saziarsi del crudele piacere di trattenere del continuo la vittima dei suoi raggiri con assicurazioni di illimitata devozione al re spagnuolo.2 Naturalmente il dirigente della politica inglese non si lasciò sfuggire la buona occasione di trascinare nella polvere anche l’onore del papa. Cecil, elevato dal principio dell’anno a pari col nome di lord Burghley, si diede premura perchè la nuova degli avvenimenti coi necessarii abbellimenti venisse diffusa il più largamente possibile. Addì 13 ottobre essa fu comunicata ai borgomastri e aldermanni di Londra, che poi riunirono i presidenti delle corporazioni, dai quali la terribile notizia fu sparsa fin all’ultimo socio. Per eccitare ancora più il volgo si promise di rendere noto tutto a mezzo della stampa, così che le strade non risuonavano più3 che dei progetti dell’Alba e del papa contro la città di Londra e la regina. 1 Documenti relativi presso Kervyn db Lettenhove, Relations VI, 226 ss., 242, 25S, 260, 275, 283, 288, 294, 298, 337. 2 Hosack II, 88. s de sorte que les rues ne résonnent ici autre moAière (M. de S we veglioni. all’Alba, 16 ottobre 1571, presso Kervyn de Lettenhove VI, 187). Recentemente è stato sostenuto che anche papa Pio V abbia avuto cognizione « dei progetti d’assassinare la regina Elisabetta» e della congiura Ridolfi (©òllin-ger-Rettsch, Die Selbstbiograpliie (leg Kardiwals Bellarmìn, Bonn 1887, 307); cfr. ibid, nel sommario p. vi : « Il progetto d’uccidere Elisabetta d’Inghilterra approvato da Pio V ». Lord Acton, lettera al Times del 24 novembre 1S74. presso Gladstone, Die vatikanischen Delcrete, versione tedesca, 1875, 81). Ma non esiste prova alcuna che Ridolfi abbia parlato al papa d’un progetto (l'uccidere Elisabetta. Le istruzioni per Ridolfi (sopra, p. 422 s.) nulla contengono di ciò. Di fronte a Norfolk e Maria Ridolfi voleva lasciata Elisabetta sul trono (Hosack II, 53 s.). V. sopra, p. 371 sul punto, che Pio V respinse come illecito