11 processo di Carranza e il cesaropapismo spaglinolo. 245 ligioso e superiori al sospetto che si lascino guidare da altro che non sia verità e giustizia. Ciò dicendo, il re compie il dovere di servire a Sua Santità, e lo fa perchè il papa conosca l’altro dovere che, in caso d’esito contrario, il re deve pur compiere. « Conservi Nostro Signore la molto santa persona di Vostra Santità, come ci è tanto necessario. Aranjuez, l’il maggio 1571. Il molto umile figlio di Vostra Santità: il Re». Fu certo necessaria a Pio V tutta la padronanza ch’aveva di sè per rispondere non solo con gravità e fermezza, ma anche con calma mitezza a un documento che quasi in ogni riga celava una offensiva puntura di spillo. Nella sua risposta egli assicura che l’arcivescovo non è giudicato con altra parzialità da quella in fuori che spetta alla pura verità: è tranquillo in coscienza, che Iddio gli abbia largito tale grazia. L’interpretazione che il re attribuisce alla condotta del papa, egli vuole imputarla al suo lodevole zelo, ma gli dà la paterna esortazione di non prestare il suo orecchio a coloro che lo volessero indurre a presumere di voler attribuire la giurisdizione soprannaturale del vero e proprio giudice al tribunale suo o di altri. Riferendosi alle parole di Filippo, ch’era lo zelo per la fede, la Chiesa e la religione quello che guidava i suoi passi, egli fa osservare al re che non può combattersi per la Chiesa se si solleva la mano contro la Chiesa ed altrettanto poco per la religione e per la fede se si prende posizione in contrasto con la religione e con la fede.1 Nel resto il papa si riferisce alle risposte che aveva date già prima alle medesime incolpazioni. Di fatto Pio V aveva fatto dare «con tutta la moderazione possibile di fronte a un tale documento » 2 una diffusa risposta alla reclamazione di Filippo II del 6 giugno 1570.3 Quanto alla fiducia di Filippo nei pareri che avrebbero messo in chiaro la colpa di Carranza, il papa replica: se l’arcivescovo è colpevole, Sua Santità spera fermamente che la misericordia di Dio non per- 1 « La torniamo di nuovo paternamente ad avertire a non prestar mai boni orecchi a chi volesse estendere questo suo buon zelo a presumere di voìeré alligare al suo nè ad altro iuditio la soprannatural giuridittione del judice proprio, nè a chi tentasse perniciosamente insinuare che si potesse pugnare per la Chiesa contra Chieisa, nè per religione, cantra religione, nè per la fede contra la fede ». Lettera del 12 agosto 1571, Corresp. dipi. IV, 408. La lettera del re dell’ll maggio non arrivò alle mani del papa che il 31 luglio (ibid.). l^a risposta, autografa, di Filippo II del 10 ¡settembre 1571 (ibid. 437) cerca di -justificare e di scusare la posizione da lui assunta : ise egli si dà pensiero della 'miete del suo regno e indirizza lagnanze al papa, non è però sua intenzione 'li agire Contro l’obbedienza, di cui come figlio obbediente è in obbligo verso U papa. 2 « con quella maggior temperanza che i sensi di detta scrittura permettono ». Corresp. dipi. Ili, 386. 3 Ibid. 386-388.