230 Pio V. 1566-1572. Capitolo 3 a. Presso il popolo romano l’inquisizione spagnuola era in cattiva fama.3 L’arcivescovo era da tutti stimato innocente2 e s’andava dicendo che il processo finirebbe in poche settimane e che Carranza ritornerebbe in Ispagna cardinale. I suoi fautori speravano ch’egli sarebbe entrato nella città tra le acclamazioni del popolo e ricevuto dal papa prima dell’apertura del processo. In realtà il giorno dopo l’arrivo di Carranza a Civitavecchia l’ambasciatore spagnuolo Requesens partì per andarlo a pigliare scortato da due compagnie di cavalleggieri sotto il comando di Paolo Ghi-slieri, ma costui aveva semplicemente l’ordine di ricevere l’arcivescovo in nome del re spagnuolo, non già del papa ed allorché al ritorno il corteo s’avvicinò alle porte di Roma invano il popolo numeroso cercò l’arcivescovo. Alla chetichella Requesens lo condusse, accompagnato da alcuni cavalieri, in una portantina fino alle porte di Castel S. Angelo, ove con rincrescimento del Carranza ne prese anche in Roma la sorveglianza il suo antico carceriere Lope de Avellaneda.3 Anche nella composizione del tribunale il papa prese ogni riguardo verso il re spagnuolo. Se fra gli assessori dei quattro cardinali inquisitori trovavansi il maestro di palazzo Tommaso Manrique ed altri decisi amici di Carranza, eranvi pure Giulio Antonio Santori e Felice Peretti, che quali vescovi napolitani veneravano in Filippo il loro re. Dei cardinali dell’inquisizione il Pacheco era spagnuolo e devoto al re. A uditori o assessori del tribunale Fili ppo potè nominare quanti gli piacque.4 Il tribunale cominciò la sua attività al principio di giugno 1507. Settimanalmente aveva luogo almeno una seduta appositamente sul Carranza.5 Dapprima fu data lettura della versione del processo spagnuolo, che colla sua infinita prolissità mise in disperazione gli italiani.fi Ben presto si posero da parte gli atti spagnuoli e tanto più si badò esclusivamente agli scritti dell’accusato in quanto che a Roma non si era soddisfatti neanche del giudizio dei teologi spagnuoli sulla sua dotrina: molte delle proposizioni che nella patria del Carranza erano stimmatizzate come eretiche o sospette, pei dotti romani erano innocenti.7 II papa stesso giu- 1 « Todo el pueblo està mal con la Inquisición de España de gracia, ó ¡¡or mejor decir, de malicia ó de falta de celo de la fé y religión ». Dr Simancas a Busto de Villegas, 5 novembre 1568, Corresp. üipl. IV, vi. 2 Zúñiga a Filippo II, 9 imasrzo 1568, ibid. v. 3 Requesens a Filippo II, 31 maggio 1567. Corresp. dipi. II, 124 ss., cfr. xix s. * B. Pia, 31 maggio e 4 giugno 1567, Archivio Gonz!aga in Mantova. 4 Lista dei membri del tribunale in Corresp. dipi. II, xxi s. 5 Secondo 1’ * Avviso di Roma del 2 lagosto 1567 ogni lunedì. Uri. 10)0, p. 425b, Biblioteca Vatic&¡na. s Corresp. dipi. II. xxm. 7 Al Zúñiga i cardinali Pacheco e Cambara dichiararono: «Muchas de las proposiciones que allá [in Spagna] se dieron por heréticas y sospechosas, se