116 Pio V. 1566-1572. Capitolo 2 e sima parte li conosceva già da lungo tempo. Così Girolamo Rusticucci era da nove anni suo segretario,1 Ghislieri aveva imparato a conoscere Giovanni Girolamo Albani, che dopo buoni studii di diritto aveva conquistato un posto elevato di carriera militare in servizio di Venezia, quand’era stato inquisitore a Bergamo. Mortagli la moglie, quell’uomo arguto, dal giudizio retto e preciso, fu dal papa tirato a Roma e impiegato nell’amministrazione dello Stato pontificio.2 Eransi guadagnati dei meriti Giovanni Aldobran-dini come vescovo di Imola e più tardi penitenziere maggiore; Marcantonio Maffei, arcivescovo di Chieti, come capo della Dataria; Carlo de Grassis, vescovo di Montefiascone e Corneto, come governatore di Roma.3 II romano Pietro Donato Cesi, vescovo di Narni, della cui abilità diplomatica il papa servissi anche più tardi, era stato prefetto di Ravenna e prolegato di Bologna. Celebravasi di lui il suo amore ai poveri, pei quali in una carestia fu sollecito qual padre; costrusse un acquedotto per avere acqua fresca dai monti. In seguito Ravenna lo richiese arbitro per appianare controversie mercè la sua capacità e senso di giustizia.4 Tutti i fin qui nominati furono costituiti cardinali preti. Ricevette la dignità di cardinale diacono Giulio Aquaviva, di soli 24 anni, rampollo d’una famiglia principesca e profondamente religiosa.5 Dei sei fratelli di Giulio tre dedicaronsi allo stato ecclesiastico: di essi Ottavio diventò egli pure cardinale, Orazio cisterciense e vescovo, Rodolfo entrò nella Compagnia di Gesù e morì martire nell’india. Naturalmente la creazione cardinalizia del 1570 incontrò a Roma un apprezzamento molto vario.6 L’ambasciatore spagnuolo Zuniga, i cui consigli sulla questione dei cardinali erano stati sì spesso respinti da Pio V, ora pensava, che innegabilmente la nomina era avvenuta «alquanto leggermente)' e che si sarebbe dovuto eleggere persone più eminenti e dotti più capaci,7 ma simili osser- 1 Cfr. sopra p. 52. A', su Rusticucci le notizie in Carrella V, 148 s. L’autore ilolla * Relatione cit. sopra, p. 115, n. 3, caratterizza il Rusticucci così: «d’ingegno posato, ma sagace, di moto tardo, ma diligente, di buoni sentimenti, ma di tardissima espressione... Ha più prudenza che dottrina... È officioso, amorevole ». Più oltre ¡si legge: « Servì con molto amore per sottosegretario il card. Alessandrino. al quale ancora in una sua necessità provvede di non so che piccola somma de denari ». Loc. cit. 91. 2 Vedi Carrella V, 151 s. s Ibid. 122 s., 133 s. 4 Ibid. 131 s. 6 Ibid. 150 s. » * Avviso di Roma del 20 maggio 1570, Uri). 10J/1, p. 281, Biblioteca Vaticana. 7 «No ay deffecto notable en Ics italianos; pero deviera S. S. escoger mas raros subyectos y mayores letrados, porque no se puede negar sino que la promoción es algo desbaratada». A Filippo II. 17 maggio 1570, Corresp. dipi- III, 357 s.